12 partite da 6 punti, tandem Valdinoci-Prandelli e caduta a piombo in B. Breve storia triste del mister del futuro che sull’onda lunga della sua tocca e fuga bergamasca fu la premessa delle dimissioni da presidente di Antonio Percassi. Arrivato all’Atalanta in sostituzione di Marcello Lippi, partito all’epoca per il Golfo come trampolino di lancio dei successi juventini e azzurri, Francesco Guidolin fece in tempo a spegnere 38 candeline per poi salutare e ricominciare da capo. Oggi l’anagrafe dice 68. Troppo rivoluzionario, all’epoca. E dire che in seguito, da profeta del 3-5-2 0 5-3-2, sarebbe passato per difensivista.
Guidolin e la manita delle illusioni
L’uomo di Castelfranco Veneto si presenta benissimo il 29 agosto 1993, sotto la Maresana: cinquina a due sul Cagliari (Gigi Radice cacciato e rimpiazzato dall’ex Bruno Giorgi). Due volte Ganz, Rambaudi e come apripista Scapolo, allievo prediletto a Ravenna. In rosa, il campione d’Europa marsigliese Franck Sauzée, Paolo Montero, Alemao, Oscar Magoni e tanti altri. L’unica altra vittoria è il 2-1 alla Reggiana mercoledì 8 settembre, in campionato 2 pari e 6 ko, buon ultimo il 5-1 sulla gobba a Lecce il 31 ottobre (mese della qualificazione al terzo turno di Coppa Italia ai danni del Cosenza).
L’esonero, Bergamo in B, via Percassi
Antonio Percassi quel 31 ottobre, quattordicesima posizione in classifica, solleva uno dei prediletti di Arrigo Sacchi dall’incarico ficcandoci Andrea Valdinoci (patentino) e Cesare Prandelli, dalla Primavera (scudetto e Viareggio) con furore. 15 punti aggiuntivi e penultimo posto, mentre sulla tolda di comando s’insedia Ivan Ruggeri il 26 febbraio 1994.
Guidolin e il miracolo Vicenza
Lo shock del licenziamento funge in realtà da volano per una carriera dai grandi meriti. In primis, il Vicenza riportato in A nel 1995 dopo 16 anni di assenza con la storica Coppa Italia vinta nel 1997 ai danni del Napoli, col capitano Giovanni Lopez certamente non prèsago dell’attuale ruolo di allenatore dell’AlbinoLeffe, e la semifinale di Coppa delle Coppe persa col Chelsea l’anno successivo.
Una carriera ottima tranne qui
A Udine e Palermo Guidolin conquista più volte la qualificazione Uefa. Per due primavere di fila, 2011-2012 (anno della vittoria della panchina d’oro), nel ritorno in Friuli fa l’upgrade ai preliminari di Champions League, ma i ko contro Arsenal e Sporting Braga provocano l’abbassamento del ranking italiano. Giorgione, Treviso, Fano, Empoli, Bologna, Monaco, Parma e Swansea le altre stazioni sotto l’arco di plexiglass, mentre in campo, da centrocampista esterno o regista, aveva fatto le alterne fortune sempre della squadra della cittadina natale, del Verona, della Sambenedettese, della Pistoiese, del Bologna e del Venezia. Scarpe appese al chiodo nel 1986 e via alla rumba, che da anni è giunta ai titoli di coda. Tanti auguri.
A quei tempi Antonio Percassi non era paziente e saggio (e disposto ad investire) come è diventato dopo. Dal punto di vista tecnico, Guidolin era un ottimo allenatore, un precursore del gioco offensivo, molto bravo coi giovani e sicuramente molto migliore di tanti che allenano ancora oggi. Ricordiamoci che ha saputo vincere una Coppa Italia col Vicenza e che ha portato squadre come il Palermo in UEFA e l’Udinese ai preliminari di Champions per ben due volte. Nel 2012 ha vinto la Panchina d’Oro. Dal punto di vista umano, una persona molto colta, sincera ed onesta che, proprio non riconoscendosi… Leggi il resto »
Esonerato troppo in fretta vi ricordate i primi tempi Andate a rivederli L’unica cosa che gli è mancata Non a avuto il coraggio di mettermi fuori squadra i cosiddetti senatori che non volevano correre!!! Quello che a fatto Gasperini !!!! E i risultati si sono visti!!!!!
Ricordo bene…Alemao e Bigliardi centrali nella difesa a 4… improponibili
Se lo ricordano bene percassi sr. e Ruggeri jr.
Inizio buono…..poi non arrivati in fondo.
Non si però a chi dare più colpe….
La storia poi ha detto che lui ed il Pres sanno fare calcio.
Allora perché? Inutile chiederselo, ma questo sicuramente ha aiutato gli uni e gli altri
“È venuto da Vicenza per portarci in Serie B” (coro della Curva ai tempi)