Che Charles De Ketelaere abbia imparato a fungere da punto fermo dell’attacco dell’Atalanta, con qualunque formula con preferenza abbastanza netta per il tridente in cui può partire largo, fa parte delle grandi verità raccontate dal campo lungo la serie positiva di 8 partite Coppa Italia compresa da dicembre a oggi. Che Ademola Lookman al suo rientro debba accomodarsi in panchina, invece, non è così sicuro. Al netto delle possibile scorie psicofisiche della Coppa d’Africa, l’anglo-nigeriano non è da sottovalutare alla voce papabili per l’undici titolare.

Lookman per l’attacco: perché sì può

La seconda punta nerazzurra non ha bisogno di riprendere il ritmo, dopo settimane intere ad allenarsi per le partite del girone fino ad arrivare alla finalissima persa contro la Costa d’Avorio degli ex Kessie (a segno) e Boga (spettatore in panchina). La discriminante, casomai, è che il tempo a disposizione per prepararsi al Sassuolo in gruppo è risicatissimo, appena due sessioni piene, giovedì e venerdì. Sabato sera al Gewiss Stadium si va già in campo. Non che ci siano ragnatele o muffa da togliere, però. I meccanismi sono così ben oliati, nella Dea gasperiniana, da non richiedere chissà quale lavoro supplementare da figliol prodigo di ritorno.

Le formule e le scelte possibili

In bilico, in teoria, restano Gianluca Scamacca e Aleksey Miranchuk, pedine non di primo piano per quanto preziose, perché dalla trequarti in avanti l’altro posto fisso è quello di Teun Koopmeiners. Non è un caso se l’allenatore Gian Piero Gasperini tende ad alternare i primi due. Colpa del dinamismo non ancora a cento del centrattacco romano. Di certo c’è che a Zingonia si respira abbondanza là davanti. Le scelte? Saranno comunque quelle giuste. Anche perché l’uomo della strada non può assistere agli allenamenti nel fortino del Centro Sportivo Bortolotti e a decidere è l’uomo che chiude il portone, l’unico a vederli e a detenere la leva del potere.