È stata un’esperienza breve ma non prova di emozioni quella di Lee Congerton nel ruolo di direttore sportivo dell’Atalanta. Il dirigente, ora all’Al-Hilal, ha raccontato alcuni episodi della sua parentesi a Bergamo, come l’acquisto e successiva rivendita con maxi plusvalenza di Rasmus Hojlund: “Sono stato messo in croce per avere preso un giocatore austriaco, classe 2003, che a Copenaghen era stato un fallimento. Tolto il Mondiale, 10 mesi dopo lo abbiamo venduto per 85 milioni di euro. Questa è l’Atalanta. È semplice. Sanno cosa sono. Si affidano all’accademia e allo scouting“.
Lee Congerton racconta il modello Atalanta
“Ho lavorato con grandi proprietari. Antonio Percassi, il proprietario dell’Atalanta, era un giocatore professionista e quindi capisce il calcio, cosa piuttosto unica a quel livello di proprietà. Poi ‘è Stephen Pagliuca e il suo staff. Sono uomini d’affari, ma sono sportivi. Vogliono vincere e realizzare profitto – ha detto al the Telegraph -. Gian Piero non è coinvolto nell’acquisto o nelle cessioni di nessuno dei giocatori. Gli chiedi un parere e tutto quello che dice è che se vendi un giocatore devi assicurati che quello che porti sia migliore“.
Ma Hojlund non è danese?
L’articolo dice ben altro. Soliti titoli x attirare attenzione
Luca
Che fenomeno. PIANGINA
L’acquisto di Hoilund non è opera di Congerton.
Articolo stupido, parla di giocatore austriaco quando è danese
Tutte palle
messo in croce da chi?
Gasp à Ragione 👍⚫🔵
Bravo Congy, messo in croce da chi???