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Il Giorno – Da Ardemagni alle tre colonne, il tempio di Percassi

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Matteo Ardemagni, il bomber preso per risalire dalla B: il primo regalo di Percassi ai tifosi. Un gol soltanto. Il tempio del presidente ha tre colonne: Luca, Sartori e Gasp

C’era una volta Matteo Ardemagni, il primo regalo a squadra e tifosi nell’operazione risalita dalla serie B. La prima pietra cui non è riuscito di diventare testata d’angolo. Adesso, invece, il tempio dell’Atalanta del sacerdote Antonio Percassi, sottolinea Il Giorno, si regge sulle tre colonne che hanno consentito nell’ultimo quadriennio magico di vendere giocatori per più di 100 milioni di plusvalenze chiudendo l’ultimo bilancio oltre quota 180: il figlio Luca, l’amministratore delegato, l’uomo della gestione; un dirigente come Giovanni Sartori, quello che scova giocatori sconosciuti facendone plusvalenze su due gambe, e non ultimo l’allenatore Gian Piero Gasperini.

PERCASSI E ARDEMAGNI: L’INIZIO. L’excursus storico del pezzo celebrativo del Decennale della seconda presidenza percassiana comincia non a caso con l’evocazione di quello che sarebbe dovuto diventare il primo eroe della ricostruzione. Un affare al contrario, si direbbe dall’esito: un solo gol, disattendendo le grandi promesse dell’annata chiusa a ventidue al Cittadella e lasciando il titolo di capocannoniere a Simone Tiribocchi che l’aveva conquistato anche l’anno della retrocessione. Eppure Ardemagni è l’alfa di un progetto che sta conoscendo l’omega in termini di Champions League, di milioni di entrate a getto continuo e di calciatori rivalutati, scovati dal nulla, venduti a peso d’oro e pure acquistati.

PERCASSI E IL TEMPIO A TRE COLONNE. Ma è il management unito alla responsabilità tecnica a fare dell’Atalanta un tempio. Luca Percassi, il responsabile dell’area tecnica Giovanni Sartori e dulcis in fundo il Gasp. Sono loro tre il segreto e il cuore pulsante della parte finale dei dieci anni al vertice da quella sera del 3 giugno 2010, quando l’Europa sembrava un miraggio e il mantra portafortuna è l’unico filo conduttore delle ambizioni: la salvezza prima di tutto.

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