Tra stadi acquisiti e sedi che si spostano attraversando le porte girevoli di un calcio che cambia, i club mettono radici nei capoluoghi d’origine e nel caso vi tornano pure. Se l’Atalanta si divide tra il Centro Sportivo Bortolotti di Zingonia e quella che è ufficialmente casa sua dal rogito del 17 ottobre scorso, caduto nell’anniversario dalla fondazione numero 110, l’Inter, prossima avversaria alla ripresa del campionato, ha espresso la volontà ferma e definitiva di abbracciare Milano in toto. Acquisendo una vasta area dell’ex Caserma Perrucchetti a Baggio, la cosiddetta Piazza d’Armi di via Forze Armate, nel popoloso quartiere periferico del quadrante urbano ovest.
Duecentomila metri quadrati e rotti, come ha ribadito ieri l’amministratore delegato di Zhang Alessandro Antonello in occasione della cerimonia di inaugurazione del Giardino Helenio Herrera davanti allo stadio di San Siro in piazza Axum, che saranno oggetto di una trattativa in fieri con la Invimit, la società di gestione e valorizzazione del ministero dell’Economia e delle Finanze proprietario dell’ex zona militare. A settembre il primo incontro-sondaggio col presidente Massimo Ferrarese, con l’intenzione annunciata di costruire la cittadella dello sport a immagine e somiglianza di quella del Real Madrid.
Lo scopo è riunire la sede, ora in corso Vittorio Emanuele, il centro di allenamento della prima squadra, che proprio il Mago HH nel 1962 volle spostare alla Pinetina di Appiano Gentile (per lungo tempo allo scopo si era utilizzata l’Arena Civica) per tenere i suoi primattori lontani da lustrini e paillettes della bella vita meneghina, e infine le giovanili nerazzurre, attualmente dislocate a Interello (alias Centro di Formazione Suning in memoria di Giacinto Facchetti) in via Camillo Sbarbaro presso il Parco Nord ad Affori. Una Zingonia cittadina a poca distanza dall’impianto di gioco, in parole povere: una cosa a metà tra le Merengues e l’Atalanta.
