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I 41 di Beppe Biava, l’atalantino tardivo

Biava

Dall’estate scorsa il difensore di Cenate Sotto è tornato all’AlbinoLeffe, la sua rampa di lancio da calciatore, come allenatore nelle giovanili. Ma prima di appendere le scarpe al chiodo ha vestito il nerazzurro

Ha giocato nel Palermo di Toni, Caracciolo, Corini, e Cavani, nonché del quartetto di mondialisti di Germania Barzagli-Zaccardo-Grosso-Barone. Quindi nel primo Genoa da Europa League targato Gian Piero Gasperini, prima di farsi un quadriennio da laziale e chiudere in patria, all’Atalanta, il sogno nel cassetto coronato alle soglie del chiodo cui appendere le scarpe. E oggi compie 41 anni da figliol prodigo tornato alla casa madre.

Oddio, non proprio, visto che Giuseppe Biava detto Beppe da Cenate Sotto, attuale tecnico della Berretti dell’AlbinoLeffe, tirò i primi calci nel secolo scorso partendo dall’Albinese. L’epopea della big fusion seriana, promossa in B nella primavera del 2003, è però la sua rampa di lancio storica verso una carriera esaltante, da professionista più nella testa e nello spirito che nel tocco di palla, nonostante rapidità, abilità nel marcare e facilità nel colpire specialmente sugli sviluppi delle palle inattive lo abbiano reso una specie di nuovo Vierchowod: 23 palloni in porta in 585 allacciate di stringhe non sono pochi per un mastino puro.

RAZZA SERIO. Nato a Seriate ma cenatese d.o.c., dirigente della squadra di paese subito dopo il ritiro e poi allenatore degli Juniores nazionali del Pontisola, Biava ha fatto la classica gavetta sconosciuta ai più in tempi recenti. Marco Falsettini il mentore con cui raggiunge la C2 (’97), Oscar Piantoni quello del passo successivo, Elio Gustinetti (Coppa Italia di serie C 2002) il mago del salto cadetto. Nella stagione 2000-2001, la parentesi a Biella.

TRA I BIG. Il tardo esordiente Biava, 180 centimetri di difensore asciutto, passa in rosanero il 31 gennaio 2004 cambiando, come consuetudine del presidente Zamparini, non pochi allenatori: Francesco Guidolin, Gigi Delneri, Giuseppe Papadopulo, ancora il trevigiano, la coppia Pergolizzi-Gobbo e Stefano Colantuono, incrociando i futuri compagni Giulio Migliaccio e Cristian Raimondi con due giri di corsa in Coppa Uefa.

COL GASP E A ROMA. Un’annata e mezzo sotto il Gasp nel Grifone più bello, quello con Ferrari a Bocchetti a completare la difesa, Criscito a sinistra, Thiago Motta a inventare ed El Principe Diego Milito a finalizzare. Per iniziare a volare anche nella Capitale, sulle ali dell’Aquila di Candreva-Mauri-Klose, tra Ballardini (per pochissimo) e Petkovic (Coppa Italia 2013) ma sopratutto Edy Reja, ritrovato a Bergamo nella seconda metà del 2014-2015 da salvezza (quartultimo a 37) dopo la staffetta con il Cola, insieme agli ex compagni biancocelesti Scaloni e Stendardo. Gol in numero di un paio, ma pesanti, al Cagliari (2-1) e proprio alla Lazio (1-1). Tanti auguri.

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