Amarcord in salsa bergamasco-atalantina per l’attuale bomber dell’Udinese, che 4 anni e mezzo fa in maglia Samp cambiò la storia nerazzurra
L’unico gol di Stefano Okaka in carriera all’Atalanta, il primo marzo 2015, a distanza di anni resta uno spartiacque nella storia del club nerazzurro. Perché quella zampata sottomisura per trafiggere Marco Sportiello al minuto 86, 4 dopo l’uscita dal campo del Papu Gomez a favore di Marco D’Alessandro, a distanza di due giorni avrebbe determinato la cacciata di Stefano Colantuono dalla panchina. Segnando l’inizio dell’era di transizione guidata da Edoardo Reja, propedeutica all’avvento di Gian Piero Gasperini. Solo che l’attuale bomber dell’Udinese allora vestiva la maglia della Sampdoria. E nell’impresa fu aiutato da Luis Muriel, oggi caposaldo atalantino.
OKAKA E MURIEL, RICORDI BLUCERCHIATI. El Ronaldito pareggiò il vantaggio di Willy Stendardo, un’estirada al 16′ tagliando sulla palla da sinistra di Boukary Dramé, grazie a un sinistro in diagonale a scavalcare Sportiello al 68′, proprio dopo aver ricevuto il passaggio di ritorno nella triangolazione con Okaka. Che a sua volta perforò la porta sotto la Curva Sud Morosini, tuttora tale e quale a differenza della Nord ricostruita del Gewiss Stadium, sfruttando un tiro di Samuel Eto’o non trattenuto da colui che oggi fa le veci di Pierluigi Gollini. Tra i due mister esultò Sinisa Mihajlovic.
OKAKA, NON C’È DUE SENZA TRE? Nella corrente stagione l’oriundo nigeriano di Castiglione del Lago, gemello della pallavolista Stefania, ha già battuto Bologna e Torino, risultando il capocannoniere di una squadra asfittica davanti come l’Udinese di Igor Tudor. Su 4 gol totali (6 subiti: peggior attacco ma miglior difesa), la metà sono suoi. C’è da sperare che non decida proprio domenica di rinverdire i fasti di 4 anni e mezzo or sono…