Quando il Papu Gomez non si vede arrivare l’ennesima sfera che, libero in mezzo al campo, l’avrebbe portato a imboccare la via del gol, non si trattiene più.
La rabbia lo fa esplodere in gesti e grida con i compagni di reparto e con Gasperini, tanto è che quando il mister chiama il cambio si pensa che possa togliere lui invece di Mancini. Perché, con il nervosismo che spinge per un gol che non arriva da troppo tempo, anche i passaggi più basilari gli riescono male e il capitano non riesce a conservare la giusta lucidità che la fascia gli impone.
E quando anche Hateboer, Ilicic, Cristante e lo stesso Gomez, a pochi centimetri dalla porta, vedono la sfera cambiare velocemente direzione pensano che “non è giornata”. Pensano che la partita potrebbe durare altre dieci ore, ma che la palla comunque non entrerà mai, la sfortuna ha deciso così. O forse no.
Perché poi il Papu riesce a ritrovare il cinismo, a fermare il digiuno, a segnare alle spalle di Rafael. E se questa cattiveria avesse stimolato il reparto offensivo atalantino già dal 23′ pt, minuto del raddoppio sardo, la generosità dei troppi passaggi e dei troppi tiri in ritardo avrebbero certamente lasciato il posto a un tabellino nerazzurro o, almeno, meritatamente equilibrato.
Tirare da fuori area. Siamo la squadra che tira meno da fuori area. Per il resto sempre grandi.
Ehhh uno zampino c’è l’ha messo… gioco c’è… prima poi paga…. sperem prima… sempre con la DEA
Urge attaccante di qualità