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Cristante come Verdi: talenti scoperti tardi

Carlo Laudisa nella sua opinione pubblicata oggi sulla Gazzetta dello Sport, parte da Verdi per riflettere su una questione che esiste da tempo: in Italia ci sono giovani talentuosi, che vengono scoperti tardi.

La verità – scrive lo storico giornalista della rosea – è che il nostro calcio fatica a dare spazio ai giovani. Soprattutto nella massima serie il loro ingresso in scena è sempre stato salutato quanto meno con superficialità. Sì, perché la mania di guardare ai grandi nomi ha contagiato un po’ tutti, non soltanto gli addetti ai lavori. Anche gli stessi tifosi si sono lasciati suggestionare dalle stelle più o meno tali. Sono numerosi i casi dei calciatori che faticano a far emergere subito tutto il loro talento. Così chi ha avuto la fortuna di salire presto alla ribalta spesso è uscito di scena con le ossa rotte. Molti si sono addirittura persi per strada. Senza contare chi, come Marco Verratti, ha dovuto fare le valigie presto per affermarsi all’estero. Chi esce dai vivai merita un percorso protetto per maturare nelle migliori condizioni“.

Parlando di Verdi: “Bravi Roberto Donadoni e quelli del Bologna a valorizzare Simone Verdi in poco più di 18 mesi. Ma è possibile che il talentino di scuola milanista abbia dovuto girare mezza Italia (con una puntata in Spagna) dopo aver debuttato in rossonero a soli 17 anni?“. Continua: “In queste ore il Napoli lo sta trattando per una cifra di poco inferiore ai 25 milioni di euro. Non è normale, però, che l’a.d. rossoblù Claudio Fenucci nel luglio 2016 abbia speso appena 1,3 milioni per ottenerlo a titolo definitivo dal club milanista, stanco di aspettarne l’affermazione. È vero che ora nelle casse del club di via Aldo Rossi possono entrare circa 4,5 milioni di euro, ma è un indennizzo relativo”. 

Il riferimento al nerazzurro Cristante: La storia di Verdi è (purtroppo) emblematica. In una condizione simile alla sua, ad esempio, c’è anche Bryan Cristante, che l’Atalanta ora valuta oltre 30 milioni di euro, mentre il Milan lo aveva ceduto al Benfica per appena 5, dopo che aveva già esordito in campionato con Max Allegri in panchina”.

 

 

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6 anni fa

Meglio tardi che mai…!!! Questo grazie a società come l’Atalanta che sono competenti del loro mestiere.

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6 anni fa

Il perché è facile, in Italia non abbiamo allenatori che sappiano valorizzare o crescere i giovani, poi le società non puntano sul vivaio si insegna poca tecnica, si fa crescere con difficoltà la fase fisica, atletica, elasticità dei movimenti. Perché pensiamo troppo alla tattica e al difendere, tutto questo porta ad un giovane a non crescere nei aspetti fondamentali tecnica fisicità adattarsi ai vari ruoli. Pochi allenatori non solo delle prime squadre, ma anche delle primavera hanno capacità di lavorare su questi fondamentali. La base importantissima di crescita del giovane calciatore. Altri campionati in molte squadre anche di valore internazionale… Leggi il resto »

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