L’exploit dell’esterno tedesco col Torino è un segnale di crescita collettivo: è il gruppo a elevare i singoli. I meriti dell’allenatore
Da illustri sconosciuti del calciomercato estivo a eroi della domenica alla ribalta nel giro di pochi mesi di attento lavoro. Dietro gli exploit anti granata di Robin Gosens, il match winner dell’Atalanta contro il Torino nel pomeriggio del sorpasso al Milan al sesto posto, c’è il segreto di un gruppo e di un allenatore che lavorano all’unisono per raggiungere il limite e spostarlo sempre in avanti.
Questa la tesi di stamani de L’Eco di Bergamo, che fa dell’esterno sinistro tedesco di padre olandese il paradigma del progetto nerazzurro: pescare in giro per l’Europa e non solo giocatori potenzialmente da Atalanta, magari pronti a trasformarsi in plusvalenze nel giro di una stagione.
CARNEADI CHE CRESCONO. Il primo esempio dell’attuale cavalcata dei ragazzi di Gian Piero Gasperini è Timothy Castagne, il pendolino che vanga il prato dall’altro lato, entra e sforna l’assist del 2-1 proprio del compagno salito agli onori della cronaca. Gosens, quello che nessuno conosceva e che aveva giocato le prime due partite di campionato al posto di Spinazzola, passato dalla prudenza della palla indietro e basta alla foga e ai tagli in area da ala pura: con la Spal rigore procurato e un salvataggio sulla riga, col Toro il punto decisivo.