
La storia dei due attaccanti piacentini che, in epoche diverse e con risultati opposti, hanno vestito la maglia della Dea
Nella 36º giornata di campionato, Simone Inzaghi e la sua Lazio ospiteranno l’Atalanta, squadra alla quale l’attuale tecnico biancoceleste è, di famiglia, molto legato.
Infatti, seppur in epoche diverse, sia lui sia il fratello Pippo hanno calcato il prato dell’Atleti Azzurri d’Italia, nelle vesti di giocatori della Dea.
Il maggiore tra i due, Filippo, attuale allenatore del Venezia, ha vissuto a Bergamo una delle sue migliori stagioni calcistiche.
Acquistato nel 1996 da quel Maurizio Radici che lo aveva già ammirato come attaccante a Leffe, Pippogol rese indimenticabile il suo unico anno all’ombra delle Mura Venete: ben 24 reti, in 33 incontri, che gli valsero il titolo di capocannoniere e il passaggio, l’anno successivo, alla Juve.
Meno fortunata invece l’esperienza di Simone, arrivato a Bergamo a fine carriera, con un curriculum di tutto rispetto. Era infatti, con 20 reti, il miglior marcatore laziale di sempre nelle coppe europee. Durante la sua unica stagione in nerazzurro, quella 2007-08, Simone scese in campo 19 volte senza però trovare, mai, la via del gol.
Ritornò poi a Roma, fece la sua ultima apparizione con la maglia della Lazio, guarda a caso, contro l’Atalanta il 17 gennaio 2010, in una gara vinta dei bergamaschi per 3-0. La speranza per i tifosi della Dea è che si possa ripetere quell’ottimo risultato e che i giocatori allenati da Simone non si dimostrino, domenica, letali sotto porta come Pippo ai tempi d’oro.
