Raccontare la Festa della Dea mancava da due anni anche alle penne dei giornalisti. È così, punto e basta. E ieri sera è stato bellissimo
NEL POMERIGGIO. Intorno alle diciassette comincia la terza serata di Festa, precisamente allo scoccare dell’incontro dedicato al mondo ultras, a cui partecipano atalantini, doriani e bresciani. Perchè lo spazio qui, nella casa dell’evento dedicato al tifo più grande d’Europa, inizia ad animarsi presto. Sin dalle prime ore del tardo pomeriggio, quando tutti pensano che la comunità nerazzurra sia ancora in casa ad elaborare manie piromani per le ore più buie.
LA SERA. Da Monterosso, terra di Piermario Morosini ad Amatrice, passando per Terni e Firenze, ultima piazza di Davide Astori. È questo il filo conduttore travolgente della serata, lo stesso che, sotto varie sfaccettature, disegnerà sino a martedì un programma completo, che ha tutte le sue parti integranti, cui nulla manca. A prova di cuore. Sul palco, il dirigente della Fiorentina Giancarlo Antognoni, papà Astori con il fratello e Sergio Pirozzi, ex sindaco di Amatrice, Comune del Centro Italia colpito dal sisma nel 2016.
LA NOTTE. Sono le due, e con una collega siamo da poco ripartiti dal parcheggio di Oriocenter. Alle spalle ci lasciamo il grande striscione che, in alto, sopra tutto il piazzale della Festa, campeggia fiero di ciò che raffigura: l’Atalanta della prima Coppa Italia. Nell’aria ce ancora il profumo residuo della torciata da poco terminata. Quella che ha avvolto nel silenzio le 3’000 mila persone presenti nel ricordo di due Buoni di un calcio dal sapore antico. Astori, Morosini, quella maglia numero tredici e un gruppetto i ul…tra le macerie di Amatrice. A caschi in testa.
Sono le due del mattino e ripenso alla festa, con l’incredulità che spetta a chi non si immaginava un’organizzazione impeccabile. Perchè questa roba qui mancava da due anni. Era necessaria, per ricordare al panorama calcistico europeo e alle istituzioni, da che parte sta la gente. Che cosa ce dietro alla porta? Un ruolo fondamentale, un grido come a dire: la nostra è una storia infinita, Atalanta tutta la vita.