I piccoli azionisti del club spagnolo in polemica con la decisione dopo le raccomandazioni di governo e comunità autonoma. Ma oggi l’Uefa ci ha messo il cappello
Ai piccoli azionisti del Valencia non è piaciuto quanto prospettato negli ultimi tre giorni in vista della sfida di martedì sera contro l’Atalanta. Le porte chiuse, infatti, ufficializzate oggi dall’Uefa, sono ritenute troppo penalizzanti. Di seguito riportiamo il comunicato riportato ieri dagli stessi:“L’associazione vuole manifestare il proprio totale disaccordo con la raccomandazione del ministro e della consigliera della Sanità della Generalitat Valenciana, Ana Barcelò, in merito alla decisione di giocare a porte chiuse e senza tifosi la partita. L’associazione non capisce e non è d’accordo con questa manipolazione della competizione visto l’esagerato allarme sociale provocato dal Coronavirus.
Non esistono altre soluzioni, come per esempio proibire o limitare il viaggio ai tifosi italiani? Oppure che possano entrare al Mestalla solo abbonati che presentino un documento spagnolo… Dal punto di vista sportivo, giocare a porte chiuse pregiudica la nostra squadra, la decisione ricade su di questa e la UEFA dovrebbe intervenire.
Alla luce di questo, il Valencia deve utilizzare ogni forma legale per far sì che questa gara si giochi in totale normalità al Mestalla e che gli abbonati possano vederla visto che è un loro diritto. Se questo non fosse possibile, il Valencia dovrebbe chiedere la sospensione della partita e lo spostamento ad altra data in modo che la squadra non sia colpita”.