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Auguri a Icardi, il mediano di coppa dal cognome da bomber

Il centrocampista milanese di scuola rossonera a Bergamo ha all’attivo retrocessione, promozione e semifinale di Coppa delle Coppe

Faceva il mediano, anche se il termine è riduttivo e spiega ben poco. Di fatto giocava sempre nella mischia in fase di non possesso e saliva, prevalentemente verso destra, quando il gioco all’italiana prevedeva e anzi pretendeva squadre asimmetriche. Icardi, cognome da (futuro) bomber oriundo di nome Andrea e non Mauro, milanista di nascita e non interista per destinazione, all’Atalanta si fece un biennio da saliscendi negato ai deboli di coronarie: retrocessione con Nedo Sonetti, promozione immediata dalla B con contorno di Coppa delle Coppe fino alle famosi semifinali col Malines agli ordini di Emiliano Mondonico. Nel ritorno, il famoso 20 aprile 1988, lui causò il rigore delle illusioni, poi trasformato da Oliviero Garlini, crossando sul braccio aperto del compianto Leo Clijsters. Il centrocampista milanese, che di quell’epoca ha conservato accento e riccioli pur vivendo agli antipodi, festeggia oggi, domenica 14 giugno, i suoi primi 57 anni.

ICARDI, IL MEDIANO DI COPPA. Giunto a Bergamo ventitreenne nell’estate del 1986 dopo aver vinto una Mitropa Cup nel 1982 cadendo in cadetterìa già col Milan (nel 1980 per il calcioscommesse e nel 1982), nella prima stagione Icardi, contropartita tecnica in arrivo dai cieli del Diavolo nell’operazione legata al trasferimento di Roberto Donadoni nel capoluogo di regione, assommò 35 gettoni di cui 11 in un’edizione di Coppa Italia conclusa dal doppio ko col Napoli del bergamasco onorario (e residente) Bianchi e di Maradona. 45 nella seconda per l’ottantina piena, di cui 5 nella coccarda e tutte le 8 della competizione europea alla seconda partecipazione nella storia del club nerazzurro. Senza l’ombra di un gol, ma del resto Andrea, detto il Nano Gigante a Milanello e dintorni, era deputato a contrastare e ripartire, spesso mettendo la freccia in direzione della corsia. Solo 8 in carriera.

ICARDI, DA CONTROPARTITA DI DONADONI ALLA PANCHINA. Sarebbe passato alla Lazio per due annate, quindi al Verona per tre per chiudere da calciatore nel 1994 al Marconi Stallions di Sydney in Australia. Una terra in cui ha trovato la famiglia, letteralmente, e il lavoro. Passato sulla panchina proprio lì, vi coordina la Milan Soccer Academy Australia insieme alla moglie Rosie Clark, madre dei suoi figli Lorenzo, Daisy e Luca: inizialmente era invece tornato in patria per guidare le giovanili di Milan, Monza e Alessandria oltre alle prime squadre di Derthona e Voghera. Mettiamoci anche 9 presenze nell’Italia Under 21 di Azeglio Vicini, terza agli Europei del 1984 proprio con Roberto Donadoni di cui sarà parziale moneta di scambio due rivoluzioni terrestri più tardi. Per l’Atalanta, il ricordo di quelle 80 gagliardissime partite, con tutto il campo percorso a chilometraggio da fusione del motore, e magari anche dell’assist al Gas al ritorno del primo turno di coppa in casa contro il Merthyr il 30 settembre 1987. Tanti auguri.

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