Compleanno numero 24 per il 32 atalantino, milanista mancato (o forse rimpianto) e nerazzurro vincente forgiatosi negli anni da prestito
Ormai deve avere presto il posto del Papu Gomez anche nel cuore dei tifosi dell’Atalanta, dopo essere stato promosso sulla zolla dell’argentino nella rivoluzione d’autunno e d’inverno all’insegna dell’equilibrio tattico con la svendita al Siviglia del capitano ripudiato. Matteo Pessina, numero 32 sulle spalle, compie 24 anni alla vigilia della Roma all’Olimpio, altro barrage al sapore d’Europa. Senza farsi mancare alcunché, dalla prima da titolare in azzurro il 31 marzo in Lituania nelle qualificazioni mondiali dopo l’esordio da senior contro l’Estonia l’11 novembre scorso a Firenze al Covid-19 beccato da asintomatico nel cluster conseguente. Ormai Gian Piero Gasperini, il suo primo estimatore, colui che ne ha accompagnato l’evoluzione tecnica e tattica da centrocampista puro a jolly tra le linee con licenza di asfissiare il portatore di palla nemico, dal ragazzo nato a Monza il 21 aprile 1997 può aspettarsi soltanto la regolarità finora mancata in zona gol.
PESSINA, 24 DA PUPILLO DEL GASP. Fin qui, infatti, niente sotto i cieli di Bergamo, in una carriera che sta dicendo 27 in 193 allacciate di scarpe complessive, fino al primissimo successo personale il 3 gennaio nel 5-1 al Sassuolo, seguito dalla doppietta al Napoli nella semifinale di ritorno di Coppa Italia (3-1) del 2 marzo. L’uomo in panchina, e lui solo, può rivendicare il merito di essersi voluto tenere stretto l’estate scorsa il prestito di ritorno dall’Hellas Verona, 7 palloni nel sacco in 35 partite agli ordini dell’allievo, amico ed ex vice Ivan Juric. Dalla palestra di vita nella provinciale alla provinciale assurta al ruolo di big aggiunta, insomma. Ma Pessina, il ragazzo cresciuto a casa sua a Monzello, divenuto compagno di squadra al suo ritorno di quel Cristian Romero responsabile della sua lesione traumatica alla rotula sinistra all’ultima dello scorso campionato, non è certo titolare da una vita.
PESSINA, UN PARCHEGGIATO DI TALENTO. Nelle sue 52 presenze atalantine comprensive della stagione d’esordio ovvero la 2018-2019, infatti, il mancino cresciuto in serie C, pardon in Lega Pro, segnandone ben nove al primo colpo, ne ha finora trascorse ben 19 da subentrato. Aiutandosi a diventare un tuttofare e un’arma tattica proibita fin dalle qualificazioni di Europa League finite tristemente ai rigori di Copenaghen, quando in attesa di Josip Ilicic c’era una casella dietro l’attacco da riempire. 3-4-1-2 o 4-2-3-1, dall’inizio o in corsa come contro la Juventus, il buon Matteo sa il fatto suo. Tanto che lo vogliono tutte le big, in primis il Milan, detentore dei diritti di rivendita dall’ammontare e dalle percentuali misteriose dopo averlo usato come contropartita tecnica nel 2017 per avere Andrea Conti. Forse i rossoneri si saranno pentiti di quella mossa di mercato, col senno di poi davvero improvvida e intempestiva. Gli spiccioli sempre in terza serie tra Lecce e Catania non erano serviti da rampa di lancio al tutto-sinistro d’oro. Molto meglio il Como e lo Spezia cadetto, svezzato dalla vecchia conoscenza nerazzurra Fabio Gallo. Tanti auguri.
https://www.youtube.com/watch?v=HMP7w7NDF4c
Tantissimi Auguroni ?????⚽
Auguri di buon compleanno Matteo e di un futuro radioso, ma sempre con noi alla DEA…
Auguri ???????
Auguriiiiiii, grande ….
Lo sarai di più se insieme costruisci altri pezzi di storia della Dea.
Auguriiiiiii
papu: vado via da bergamo!!!
pessina: ti aspectavo!!!!!!!
Tantissimi auguri grande Uomo e un grande campione ??????
Auguri ?
Tantissimi Auguri maratoneta.
Tantissimi auguri ????❤️
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