Tutto legato agli scambi di posizione tra Koopmeiners ed Ederson

Dicono che l’Atalanta di Gian Piero Gasperini difenda a uomo a tutto campo, anche se in realtà ognuno degli undici di partenza ha una zolla e consegne precise intorno a cui muoversi. Capitano poi le sfide al sapore d’Europa particolarmente azzeccate, come il posticipo con la Roma, con scambi di posizione tra almeno un paio dei quattro centrocampisti schierati contemporaneamente. C’è da sfidare chiunque ad asserire di averci capito qualcosa, anche se l’importante è che non l’abbiano capito José Mourinho e i suoi.

GASP CONTRO LA ROMA: IL “COME”. Sotto la lente d’ingrandimento, Teun Koopmeiners ed Ederson. In formazione, per quel che vale, sulle distinte era stato dato il mancino olandese sulla trequarti insieme a Mario Pasalic, il soprannumerario del reparto e la sostanziale sottopunta alle spalle o intorno al terminale unico Duvan Zapata. Chi resta fermo scivola, uno dei motti del tecnico nerazzurro. Difatti, di fermo, non c’è rimasto nemmeno Marten de Roon, tendenziale frangiflutti spesso a guardia di Lorenzo Pellegrini, il capitano altrui sfuggitogli soltanto in occasione dell’illusorio dimezzamento del punteggio prima del regalone di Rui Patricio al connazionale mancino.

LA TATTICA DEL GASP. Il brasiliano ex Salernitana, dal canto suo, era spesso in posizione di ala destra, tanto da far ammattire Ibanez, uno dei tanti ex di turno, con le sue controsterzate. Da mediano ha giocato in pratica solo nella ripresa, a vantaggio ottenuto dal croato, a sua volta punta tendenzialmente verso destra prima di essere rimpiazzato a 9′ dal 90′ da Rasmus Hojlund, l’astro nascente cui ha tolto il posto in squadra dopo aver recuperato dalla distorsione alla caviglia destra. RoboKoop, invece, che al massimo si allargava verso sinistra nella prima metà ma sempre molto indietro rispetto a Ederson, facendo il trequartista solo a metà campo invertite. All’atto di segnare il gol della sicurezza, era larghissimo a destra, a piede invertito, usando quello debole per il 3-1 valso il settimo sigillo personale, nell’asse lungo con Davide Zappacosta, virato lì dopo l’avvicendamento Maehle-Demiral con virata a sinistra di José Palomino. Ci avete capito qualcosa? Nemmeno i vari Bove e Cristante, date retta a noi. E Mou ne ha prese un sacco e una sporta senza trovare la minima contromisura.