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3 agosto: i 44 di Corrado Colombo, quello del capolavoro contro la Juve

L’autore di un gol epico ma inutile in Coppa Italia alla Juventus, il 3 agosto, compie 44 anni

4e anni e non sentirli, con la gloria di un gol capolavoro quanto inutile alla Juve a rinfocolargli i ricordi a tinte nerazzurre. Corrado Colombo, bottini scarni in maglia Atalanta, ritiratosi alla quarantina Calcio Hitachi Pistoia è il festeggiato del 3 agosto. Centravanti forte in acrobazia, il brianzolo nato a Vimercate come l’ex guru di Under 17 e Primavera Massimo Brambilla, negli ultimi tempi aveva coniugato carriera e divertimento: dal Quarrata agli Amici Miei, Prima Categoria (ad Agliana) dall’eco monicelliano, nel gennaio 2018. Continua a vivere a Pistoia, città della moglie Giada, che gli ha dato Camilla e Tommaso.

COLOMBO, CON LA JUVE IN BICICLETTA. Pareva promettere chissà quali sfracelli, un tipo di uno e ottantotto capace, nella stessa partita, di spaventare Madama Juventus a casa sua trasformando in bicicletta (12′) l’assist di Daniele Berretta, di provare col favore di ritorno (di tacco) a rientrare nel match dopo il doppio Nick Amoruso (poi triplettista nel finale dal dischetto) e l’acuto di Zalayeta, e infine di farsi cacciare dall’arbitro Trefoloni per proteste a nemmeno 2 minuti (72′) dalla prodezza a favore del compagno. 9 gennaio 2002: nel quarto di andata di Coppa Italia della Dea targata Giovanni Vavassori, il genio e la sregolatezza del centravanti della frazione Ruginello.

COLOMBO, 6 PRODEZZE. In nerazzurro, altre 5 prodezze di Colombo (in coppa, ko la Pistoiese) in 52 presenze tra l’estate del 1997 (Emiliano Mondonico, sempre nel trofeo della Coccarda) e la primavera del 2002, passando da Bortolo Mutti al Vava coi prestiti a Pistoiese, Inter e Torino in mezzo, da settembre ’99 a giugno 2001. Nella stagione cadetta, invece, chiuso dal bomber Nicola Caccia e da Fausto Rossini, suo sodale nella Primavera scudettata nel ’98 sempre col pelato di Arcene come mentore. Nella sua ultima stagione bergamasca si sarebbe dovuto arrendere alla compresenza di Gianni Comandini, Andrea Saudati e Inacio Pià, quando Cristiano Doni faceva già il mattatore. Monza, Chievo e Pescara le sue vittime cadette. Il Toro, da ex e da match winner (2-1), l’unica da atalantino al piano di sopra, il 9 dicembre 2001. Il primo di soli 4 palloni nel sacco dove osano le aquile. Il resto, in riva al Tirreno.

POCA INTER, MOLTE SERIE MINORI. Alla voce big, soltanto l’assaggio all’Inter. Il vettore dell’esordio in A, il primo ottobre del 2000, a Reggio Calabria. In seguito, qualche illusione ancora targata Colombo e il ritorno alla tranquillità della provincia estrema, dove vive pure di scuola calcio personale e attività ricettiva. Sampdoria (ultima stazione nella massima serie, nel 2006), Piacenza, Livorno dove batté all’Ardenza il Milan ancelottiano giocando con quel Cristiano Lucarelli già conosciuto sotto le Mura nell’imberbe ’97, Ascoli, Brescia, Spezia, Pisa, Bari, Verona, Tuttocuoio con partecipazione dalla serie D della scalata di Max Alvini (poi mister di AlbinoLeffe, Reggiana, Cremonese e Spezia) fino alla Lega Pro, Pistoiese, biennio a Quarrata ancora tra i semipro alle soglie delle scarpe appese al chiodo. Tanti auguri.

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