Il procuratore capo di Nado Italia ha presentato ricorso al Tas di Losanna contro l’assoluzione del difensore atalantino
Rimandato a settembre, quando esattamente non si sa. A più di 8 mesi dall’assoluzione per buona fede dal caso clostebol metabolita, che ne aveva portato alla sospensione il 26 luglio dell’anno scorso sulla base di campioni prelevati a Zingonia prima del ritiro in Valseriana, José Palomino dovrà comparire per un’ulteriore udienza. Lo scrive L’Eco di Bergamo, citando il ricorso del procuratore capo di Nado Italia Pierfilippo Laviani, ovvero l’accusa. La sentenza, stavolta, sarà inappellabile e arriverà fino a un massimo di 90 giorni.
PALOMINO, SECONDO ROUND. Dopo la seduta presso il Tribunale Nazionale Antidoping dello scorso 7 novembre, dunque, ecco il Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) di Losanna, in Svizzera, praticamente la corte d’appello del caso. In caso di colpa o negligenza, la pena prevista sarebbe stata fino a quattro anni. In ogni caso la famosa pomata a effetto cicatrizzante non è mai stata trovata. “Qualora l’atleta dimostri in un singolo caso di non avere colpa o negligenza, il periodo di squalifica teoricamente applicabile è eliminato”. Stessa cosa successa a Martina Caironi, l’atleta paralimpica bergamasca, e all’ala della Pallacanestro Milano Christian Burns. Il massimo della pena è comminabile “se la violazione riguarda una sostanza specificata o metodo specificato e Nado Italia (l’Organizzazione Nazionale Antidoping) sia in grado di dimostrare che la violazione è intenzionale”.
A causa del divieto illegale, non è stato in grado di allenarsi normalmente. Gli infortuni sono stati causati dalla mancanza di allenamento la scorsa stagione.
Cioè, dopo che ci hanno privato del giocatore per diversi mesi (cosa che nessuno ci rimborserà) e dopo aver scagionato il giocatore adesso tornano alla carica? Ma non hanno un caxxo da fare??