A Radio TV Serie A su RDS, il direttore generale dell’Atalanta difende il modello e tende la mano ai sauditi

“Il nostro modello si fonda sulla sostenibilità economico-finanziaria, l’ingresso dei sauditi nel calcio è una risorsa e un’opportunità. Stanno facendo come la Premier League fino all’anno scorso”. Diviso tra la difesa del locale e l’apertura al globale, Umberto Marino ha raccontato l’Atalanta dal di dentro ad “Assist” su Radio TV Serie A con RDS: “Siamo all’altezza grazie a competenze, risorse umane e conti a posto, premessa necessaria per la gestione serena di un’azienda come la nostra. La competitività va perseguita anche fuori dal campo”, la filosofia del direttore generale.

MARINO E LE COPPE. “L’Europa ci è mancata, è importante per confrontarci con altre realtà europee che ci permettono di crescere e migliorare il nostro modello, apprezzato in Italia e all’estero – ha continuato Marino -. La famiglia Percassi è il vero valore aggiunto nella duplice veste di imprenditori e di tifosi. Hanno al fianco un grandissimo imprenditore e uomo di sport come Stephen Pagliuca e i suoi soci, che si sono impegnati per rendere ancora più competitiva e più forte l’Atalanta. La garanzia di serenità e competitività”.

MARINO, VARIE ED EVENTUALI. “L’Under 23 era il tassello mancante per il progetto di crescita tecnico-sportivo, uno step per gli ex del settore giovanile. La proprietà ci invita alla conservazione di un’identità forte, penso che i bergamaschi siano atalantini in schiacciante maggioranza – ha chiuso il dg -. Siamo orgogliosamente provinciali e crediamo nell’investimento nei settori giovanili, nelle strutture: dallo stadio al centro sportivo fino alla squadra under 23 col binomio con Caravaggio, è tutto fatto con grandissima passione”.