A Gian Piero Gasperini sentir parlare di turnover o soltanto leggerlo sui giornali provoca quasi l’orticaria. I suoi avvicendamenti da una partita all’altra, anche quando la sua Atalanta scende in campo ogni 3-4 giorni, si contano sulle falangi di un solo dito. Il tecnico è solito ripetere che la stanchezza non esiste e l’unico limite all’utilizzo sempre degli stessi giocatori di fatto è l’infermeria. Che gli ha appena restituito un Gianluca Scamacca non apparso particolarmente in palla a Lisbona.

Scamacca, scena muta in Europa League

Forse è soltanto un caso che all’ingresso del romano nella seconda metà per Charles De Ketelaere, falso nueve non proprio a suo agio una volta di più, il baricentro di squadra si sia abbassato di fronte al furibondo tentativo dello Sporting di rientrare in partita dopo un primo tempo senza storia. La certezza è che la ruggine di 4 match saltati per la lesioncina di Firenze del 17 del mese scorso s’è fatta sentire. Un tiro in croce, alto, che forse avrebbe potuto chiudere la pratica con meno affanni dopo il rigore subìto.

Gasp: falso nueve o 3-4-1-2?

In ogni pre e post partita che si rispetti, finora, l’allenatore nerazzurro ha sempre sottolineato la variazione al copione incarnata dal centravanti di Fidene piovuto dal West Ham all’apertura della finestra estiva del calciomercato. “Possiamo alzare la palla e andare di più in gioco aereo”, il mantra. Ora che sta di nuovo bene e, per converso, CDK il belga raffinato ma a volte vagamente esangue è sembrato stanco di un ruolo che lo costringe a muoversi su tutto il fronte calamitando raddoppi in uscita, c’è da sfogliare la margherita dei moduli. A due petali: 3-4-2-1 again, o il gran ritorno del 3-4-1-2 con Teun Koopmeiners o Mario Pasalic dietro Scamacca e Ademola Lookman?