Il regista Andrea Zambelli ha scelto il titolo evocativo “A Guardia di una Fede” per il suo docufilm dedicato a una figura iconica degli ultras dell’Atalanta, il Bocia, al secolo Claudio Galimberti. La pellicola, prodotta da Rossofuoco e diretta da Davide Ferrario e Francesco Bocca con Lab 80, è stata presentata ieri, martedì 28 novembre, nella sala Romano 2 del Torino Film Festival. Il 2 dicembre, il docufilm arriverà anche nelle sale cinematografiche.
“A guardia di una fede”, il Bocia sbarca al cinema
Il docufilm offre una prospettiva unica sulla storia della Curva Nord dell’Atalanta, coprendo il periodo dal 1993 a oggi. La narrazione si sviluppa attraverso gli occhi del Bocia, ripercorrendo trent’anni della sua vita, dagli scontri degli anni Novanta agli stadi vuoti durante la pandemia da Covid-19, passando per trasferte, processi, accuse, i ventotto anni di Daspo, le raccolte fondi e persino il “esilio” nelle Marche, dove attualmente risiede.
Il regista condivide le sue motivazioni dietro questo progetto, sottolineando che per chi è cresciuto a Bergamo, la Curva Nord è uno spazio intrinseco che prima o poi si frequenta, diventando un rito di passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Zambelli ha conosciuto questa realtà nel 1994 e ha iniziato il suo percorso di filmmaker cercando di catturare l’essenza di questo mondo unico. Il processo di osservazione con la macchina da presa non si è mai interrotto, e “A Guardia di una Fede” rappresenta la sintesi di questo viaggio attraverso il tempo. Il docufilm attraversa gli scontri degli anni ’90 fino al vortice della repressione, dalle migliaia di persone in trasferta al tentativo di trasformare il calcio in uno spettacolo orwelliano da seguire in televisione. Un’immersione profonda nella cultura ultras, con il Bocia come guida e narratore di una storia che va oltre il calcio, toccando le corde più profonde della passione e dell’identità.
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