Dopo la rivoluzione della fase offensiva, l’Atalanta si appresta ai botti post Capodanno dall’altra parte del campo. Quando davanti vanno comunque a intermittenza come le lucine del presepio, il miglior attacco per chi vuole rientrare e stabilizzarsi in zona coppe resta la difesa. Uscito Merih Demiral dalla finestra estiva, l’Atalanta, rimasta scornata dal gran rifiuto del cuore Toro Alessandro Buongiorno, in vista della riapertura invernale degli scambi ha messo notoriamente gli occhi sul Matte Smets e Radu Dragusin. Linea verde confermata, dunque. Il perno, a tutt’oggi, sarebbe il primo dei due. Ma la questione va oltre la ripartizione dei ruoli e la fine dell’adattamento da “snaturato” di un marcatore come Berat Djimsiti. Perché ben due arrivi potrebbero avere l’effetto di spostare un po’ più in là le prospettive di una delle non pochissime plusvalenze future, che dietro non sta esattamente entusiasmando.
Il mercato in difesa e l’effetto domino su Scalvini
I nomi sulla bocca di tutti non sembrerebbero esattamente garanzie, perché nessuno dei due assomiglia al Mattia Caldara o al Cristian Romero di turno. Non è che essere un under e guidare il terzetto nel Sint Truiden sia una garanzia. Sembra creare più aspettative, piuttosto, l’energia a due fasi del pezzo da novanta del Genoa di Alberto Gilardino, l’ennesimo allievo cui il maestro Gian Piero Gasperini attingerebbe volentieri per riallungare una coperta sempre cortina per via delle cronicità muscolari di Rafael Toloi e José Palomino. Due classe ’90, mentre il fiammingo è del 2004 e del 2002 il rumeno, scuola Sportul Studentesc e Real Bucarest, prima dello svezzamento juventino e dei prestiti a Samp e Salernitana. E Giorgio Scalvini, se dovessero approdare entrambi su questi lidi, che fine farebbe?
Dragusin, Smets e Scalvini
In realtà anche Dragusin ha fatto il centrale a tre, prima di cedere la più responsabilizzante delle zolle arretrate a Mattia Bani che non ha la stessa capacità propulsiva. E Smets sarebbe sostanzialmente un jolly con escursioni o avantindré dalla mediana. Proprio lì, secondo molti osservatori, dovrebbe giocare Scalvini, col piede, la predisposizione alla costruzione del gioco e il timing che possiede, anziché sacrificarsi come un leone in gabbia in una posizione che lo valorizza fino a un certo punto. Ovvero finché non perde la marcatura da palla inattiva come col bolognese Ferguson nel turno prenatalizio. Si sa dell’incostanza della squadra in genere e dei risultati, ma fra preventive allegre, punizioni e corner si sta facendo bigiognola. E in mezzo il palazzolese ha disputato dall’inizio 5 delle 75 allacciate di scarpe nerazzurre da senior, risolvendola pure dal limite col piede debole nel settembre di un anno fa in casa della Roma. Che facciamo, l’accendiamo, lasciando la difesa a chi si trova più a suo agio nell’incollarsi al nemico old style?
Giocare con 2 portieri. Uno in porta, uno fuori. Risolverebbe il problema del portiere ke non esce mai. O cederli entrambi e prenderne uno nuovo,come … Sportiello.
…e provare con Rossi?
Peggio non può fare..chissà ?