L’Atalanta ragiona al contrario. Se per qualsiasi altra squadra sarebbe più facile battere il Cagliari e il Verona, piuttosto che sconfiggere il Liverpool di Klopp e Salah, i bergamaschi la pensano diversamente. Finiti nel girone dello Sporting, il favorito a vincerlo, l’hanno lasciato in seconda posizione. Non contenti, gli è toccato riaffrontarlo, eliminandolo, agli ottavi di finale. E poi, il colmo dei colmi, ecco capitare al sorteggio proprio la più ostica delle contendenti.
L’Atalanta di mister Gasperini è andata contro tutto e tutti, senza i favori di sorteggi e pronostici. Anzi, probabilmente proprio per questo. Senza pressioni, “ha sudato la maglia” dando tutta se stessa in quella che ormai è la sua dimensione: europea. Se fatica con le piccole, l’Atalanta al contrario giganteggia con le grandi. E non è solo questione di tecnica e qualità, ma di spirito di combattimento e grinta. L’Atalanta ha tirato fuori il coraggio e così si è guadagnata le semifinali.
Come scrive oggi il Corriere di Bergamo, l’Europa annulla la stanchezza del tour de force davanti alla Dea che spunta tra i seggiolini della Curva Sud ormai ultimata. Segno anche questo del cammino nerazzurro. L’investimento nel Gewiss Stadium e nei talenti che provano a segnare ad Alisson e ad arginare Gakpo guarda al presente e al futuro per una dimensione europea ormai acquisita. E l’Atalanta è big perché soffre, concede ma argina, illude di poter essere superata, ma all’ultimo è lei a fare lo sgambetto.