Di lui rimarrà per sempre celebre una frase: “All’Atalanta si formano uomini, prima ancora che calciatori”. Se lo ricordano tutti i giovani che sono passati dalle sue mani, dal suo cuore grande e dalla sua testa sempre piena di idee e consigli: Morfeo, Montolivo, Pazzini, Donati, Pelizzoli, Padoin, Zaza, Bonaventura, Tacchinardi, Bellini, Zenoni, Consigli, Gabbiadini, Zambrotta, Borgonovo e tanti, tanti altri.

E dell’Atalanta Favini ha indossato ancora prima i colori nerazzurri da giocatore (1960-1962) e poi da Responsabile del Settore Giovanile nel quale arriva, all’inizio degli anni Novanta, dopo aver accettato la proposta proprio dell’attuale presidente Antonio Percassi. Sotto la guida del “Mago di Meda”, così era soprannominato Favini, il vivaio nerazzurro cresce e diventa uno dei più importanti, se non il più importante, a livello europeo.

Un formidabile talent scout, ma prima di tutto un uomo, come lo ricorda sempre la società bergamasca. Oggi i vari Scalvini, Ruggeri e Bonfanti stanno realizzando in prima squadra ciò che lui ha sempre sognato di vedere con i suoi ragazzi. Cinque anni dopo, l’eredità di Favini continua a ispirare i responsabili dei settori giovanile, prima di tutto Roberto Samaden, che non manca di citarlo in ogni conferenza o intervista.

Dopo cinque anni, ecco le parole espresse in suo ricordo dall’Atalanta: “Ricorre oggi, martedì 23 aprile, il quinto anniversario della scomparsa di un grande maestro di vita, l’indimenticato e indimenticabile Mino Favini. Scrivere che il calcio è stata la sua passione, soprattutto a livello di settore giovanile dove ha scoperto e lanciato tanti talenti, è superfluo…Gli insegnamenti, la gentilezza e il sorriso di Mino Favini ci accompagnano sempre. Tutta la famiglia Atalanta ricorda il grande Mino con immutato affetto ed immensa gratitudine”.