L’ex giocatore dell’Atalanta, tra gli eroi della Coppa Italia del 1963: “Desolante vedere la città vuota. I focolai più grandi sono stati proprio qui”
Durante questa tremenda emergenza coronavirus il mondo ha imparato a conoscere le tante facce di Bergamo. La nostra città è stata colpita al cuore, ha pagato un tributo in fatto di vite umane, ma ha saputo reagire, lottando con grande coraggio e determinazione, nonostante la durezza delle condizioni.
Lo sa bene Angelo Domenghini che ha raccontato le sue sensazioni ai microfoni Rai: “Sembra di essere in guerra. È veramente terrificante affacciarsi dal balcone e non vedere nessuno se non coloro che portano a spasso il cane“. “In cinque minuti, da Lallio arriverei a Bergamo: sono 55 giorni che non vedo i miei figli e i miei nipoti. Mi viene voglia di prendere l’auto, ma so che dopo 200 metri mi fermerebbero e mi rimanderebbero a casa, com’è giusto. Bisogna stare in casa, perché i focolai più grandi sono stati proprio qui, attaccati a noi“, ha aggiunto l’ex giocatore dell’Atalanta, tra gli eroi della Coppa Italia del 1963.