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Il nostro ricordo di Willy Ta Bi: potenza e tecnica, avrebbe fatto strada

Atalanta

Giunto dall’ASEC Mimosas, a qualcuno ricordava il primo Kessiè

Ha lasciato tanta tristezza a molta gente nel mondo Atalanta la scomparsa prematura di Willy Ta Bi, deceduto martedì a causa di un tumore al fegato che lo aveva messo duramente alla prova da diverso tempo, riducendo anche la sua mobilità articolare in maniera importante nell’ultimo periodo.

Giunto al calcio europeo meno presto rispetto a altri ragazzi africani, aveva trovato il tesseramento solo nell’inverno 2019, iniziando poi a trovare qualche spazio in Primavera nelle vesti di fuoriquota, in un gruppo che avrebbe poi trionfato nella finale del campionato nonostante le assenza pesanti di Carnesecchi, Delprato e Colpani, impegnati in quei giorni in Polonia al Mondiale Under 20. Pur essendo fisicamente molto forte aveva anche un bagaglio tecnico di primo livello, che esprimeva in un’ottima attitudine anche all’uno contro uno e alla creazione della superiorità numerica in fase di ripartenza.

Le poche presenze (10) effettuate nella massima categoria giovanile erano bastate per garantirgli una chance nel difficile campionato di Serie B, peraltro fornendo discrete impressioni nel ritiro precampionato di Palena con la maglia del Pescara allenato da mister Zauri, figlio di Zingonia sin da quando giunse a Bergamo a soli 15 anni. Un brutto infortunio muscolare prima e i sopraggiunti problemi di salute poi gli hanno impedito di mostrare il suo valore anche tra i professionisti, perchè aveva davvero tutto per fare strada anche nel cosiddetto “calcio dei grandi”.

Ragazzo sorridente e sempre allegro come spesso accade a chi si trova a vivere certe avventure dopo tanti anni difficili, aveva trovato nel pallone una possibilità per migliorare anche la vita della figlia, avuta ancora prima dei suoi 18 anni. Aveva legato soprattutto con il connazionale Amad Diallo, che non a caso è stato tra i primo a ricordarlo sui social poche ore dopo la sua dipartita (LEGGI QUA) con un sentito: “Ora dormi in pace”. Lo merita proprio, Willy. Un ragazzo che avrebbe meritato di più dal calcio e molto di più dalla vita…

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