“Non siamo molto abili a fare tuffi in mezzo all’area”. Gli citi i rigori come approdo o, si spera, atto risolutivo estremo del quarto secco di Coppa Italia in casa del Milan, e Gian Piero Gasperini coglie la palla al balzo per rivendicare il fair play di fondo che nella specialità finora sta lasciando a secco la sua Atalanta. L’allusione a Karsdorp, toccato da Matteo Ruggeri ma, come già ricordato nel dopogara dell’Olimpico, “a tiro già effettuato e due passettini dopo”, è sembrata evidente. E non è stato l’unica ai casi da VAR contro la Roma.
L’ironia al posto delle crociate: il nuovo Gasp
“Vedo una ricerca spasmodica del rigorino e del contattino per fare credere che sia rigore anche all’arbitro”. Ironia sferzante, alla vigilia della supersfida del trofeo della coccarda. Si vede rossonero, ma si parla ancora giallorosso. L’arma della figura retorica usata al posto delle crociate che due stagioni fa avevano detto malissimo all’Atalanta, con quei “sedici casi tutti con interpretazione sfavorevole di cui cinque con la Fiorentina tra campionato e Coppa Italia” che stanno ancora sullo stomaco, perché avevano avuto il potere di escludere dalle ribalte europee la Bergamo del pallone. E l’uomo sulla panchina nerazzurra mica s’è limitato a quel caso, “che se noi andassimo a rivedere tutto, magari, anche senza avere rigori clamorosi da rivendicare, magari una decina ne avrebbero potuti dare anche a noi”.
Scamacca e il non gol: Roma brucia
Nel toccare anche l’altro episodio da moviola, il possibile nuovo vantaggio annullato a Gianluca Scamacca, punito per aver toccato Nicola Zalewski con la mano sinistra prendendo l’ascensore chiamatogli dal Teun Koopmeiners, la nuova arma gasperiniana è stata estratta dal fodero senza l’ombra nemmeno di un sogghigno. Incredibile come un istintito come l’uomo di Grugliasco abbia pronunciato con nonchalance un “Scamacca a Roma non ha fatto benissimo nell’economia del gioco, ma ha segnato e quindi anche così, nonostante qualche acciacchetto a rallentarlo, può essere determinante”. Un modo più originale del solito per ribadire, come davanti al dazonista arbitrale Luca Marelli, che “il giocatore ha avvertito la presenza di uno che in gioco aereo non sarebbe stato fermabile ed è caduto in terra prima del contatto con la mano”. Come non dare dei tuffatori con stile a due giocatori per volta: le polemiche per Federico Chiesa e il rigore-non rigore a Firenze di Rafa Toloi qualcosa hanno insegnato.
Gasp numero 1
Pur troppo siamo unapero per generazione innamorata delle palanche e faremmo di tutto per portare acasa il risultato pero non mi risulta che negli allenamenti atalantini ci sia la vasca tuffi altrove si !!!
L’Atalanta insegna calcio non i tuffi zero rigori l’ha dice tutta
Ci sono allenatori che insegnano calcio e quelli alla SpecialOne che insegnano a mettere in difficoltà gli arbitri vedi sue pagliacciate .
Ha ragione.Il problema è che non si capisce perché in Italia permettono queste cose
Si è tuffato perché sapeva che non ce l’avrebbe fatta a bloccare Scamacca.
Sempre detto io… Solo Josip sapeva tuffarsi bene
Il gol di Scamacca era valido,non vedo la spinta di sradicare il giocatore dal campo.È stato un bel tuffo.