Lo storico responsabile del settore giovanile è stato intervistato da Tuttomercatoweb, nell’ambito dell’approfondimento sui vivai delle squadre di Serie A
IL LAVORO DI FAVINI. Mino Favini, classe 1936, ex attaccante, ha legato il suo nome all’Atalanta dove è riuscito a rendere il vivaio nerazzurri tra i più importanti anche a livello europeo. Nella sua lunga carriera nel club durata 24 anni (chiusa nel 2015) ha scoperto numerosi talenti: da Domenico Morfeo a Giacomo Bonaventura, da Riccardo Montolivo ai Gemelli Zenoni, da Tacchinardi a Giampaolo Pazzini. Proprio il suo ruolo di talent scout è considerato uno dei migliori in Italia. “Mi fa piacere sentire questi apprezzamenti riguardo il settore giovanile perché comprendo il frutto del lavoro che ho fatto io in tanti anni di Atalanta”.
CRITERI. “Non ci sono segreti nei criteri della scelta e della selezione dei giocatori. Ho sempre creduti nell’aspetto tecnico dei giovani calciatori, mi sono sempre basato su quello. I giocatori iniziano il lavoro sin da bambini e vengono plasmati. In questi anni sono venuti in tanti dall’estero a controllare il nostro lavoro, perché ritenevano l’Atalanta all’avanguardia per quel che concerne la crescita dei giocatori”.
TALENTI SCOPERTI. “Difficile fare nomi, sono tantissimi. L’Atalanta non ha mai creato dei fenomeni, però degli ottimi professionisti sì. Il fenomeno nasce semplicemente, noi abbiamo sempre cercato invece di ottenere risultati attraverso il gioco di squadra, i concetti di base, ottimi tecnici istruttori, allenatori e formatori”.
Te ghe resu grade.forza dea
e io aggiungo gli ultimi Caldara ceduto alla Juventus Gagliardini Inter Conti Milan partiti tutti dai pulcini???