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Gasperini alla vigilia: “Rispetto per l’Everton, in Europa i valori di Bergamo”

Entusiasmo sì, timori reverenziali no. E si gioca con due pedine in meno nello scacchiere, Ilicic e Gosens, da rimpiazzare con Kurtic e Castagne adattato a sinistra. È il succo della conferenza stampa prepartita di Gian Piero Gasperini, nel tardo pomeriggio al Mapei Stadium di Reggio Emilia, alla vigilia dell’esordio della sua Atalanta nel girone E di Europa League contro l’Everton.

Atalanta in Europa a 26 anni dall’ultima partita, nei quarti di finale Uefa con l’Inter della primavera del 1991. “Affrontiamo questa avventura con curiosità e rispetto ma anche tanta fiducia, possiamo contare su un seguito importante e non ci poniamo limiti. Per l’Everton parlano i risultati, anche se siamo consapevoli dei nostri mezzi. Ma oltre al Lione c’è l’Apollon Limassol che non è la cenerentola del caso”.

Le logiche del girone. “Si tratta di una competizione che prevede inizialmente una miniserie di sei partite, impossibile ragionare in termini di gara secca. Non è come nel campionato italiano dove ci conosciamo tutti: in Europa League ci tocca affrontare realtà inedite e questo comporta un necessario adeguamento”.

Rooney, la stella in forse. “Non ho notizie su di lui, a me piacerebbe che ci fosse perché ha fatto la storia del calcio inglese. Confrontarsi con giocatori di questa levatura è sempre un piacere e regala stimoli”.

Defezioni sul fronte nerazzurro. “Durante gli ultimi due giorni abbiamo dovuto rinunciare a Gosens e Ilicic ma abbiamo lo stesso soluzioni valide (Castagne e Kurtic, ndr). Purtroppo mancano due giocatori nello stesso ruolo sulla sinistra: per Gosens è una cosa passeggera, Spinazzola ne avrà almeno per un’altra settimana. Ovviamente ho deciso la formazione ma non la dico”.

Il Gasp e l’Europa League, un déjà vu. “Col Genoa mi ero qualificato due volte, ma due anni fa non avevo potuto giocarmela. Quelli che hanno vissuto il precedente periodo nelle coppe a Bergamo possono fare raffronti meglio di me, nonostante il calcio sia cambiato anche soltanto a livello di regole: il comune denominatore è l’entusiasmo, portiamo in Europa i valori di questo ambiente e della nostra gente”.

Il calore dei tifosi: in 12 mila circa da Bergamo. “È vero che per questa edizione casa nostra non sarà Bergamo e siamo costretti a giocare praticamente sempre in trasferta, però dobbiamo sforzarci di mantenere l’attenzione su quello che accade in campo, sui giocatori avversari, senza farci condizionare da altri fattori”.

I Percassi. “Rappresentano il presente e il futuro, di Bergamo e dell’Atalanta. La continuità e la sicurezza, dallo stadio al settore giovanile: sono la cosa migliore per che potesse capitarci. Non a caso ho prolungato fino al 2020 alla fine della scorsa stagione, quella che ci ha consentito di essere qui a suon di record”.

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