Dopo tanti esami da bocciatura senza appello, dal calendario ecco un toccasana terzultimo in Championship. Stessa posizione di chi gioca a favore di pubblico, ma in Premier, e con l’ambizione di tenere l’altro piede nella staffa continentale. Se l’Everton fosse una squadra italiana, a questo punto a Ronald Koeman sarebbe già stata indicata bruscamente la via della porta. È vero che in Terra d’Albione la parola ‘dimissioni’ viene presa sul serio da chi le fa e da chi le riceve, ma se uno tiene botta e non le presenta esiste un bonus pazienza sconosciuto alle nostre latitudini. L’allenatore degli avversari di Europa League dell’Atalanta, comunque, se non è all’ultima spiaggia poco ci manca: stasera (20.45 ora italiana) in League Cup contro il Sunderland, tra le mura amiche di Goodison Park, serve solo un franco successo per chiudere nel cassetto degli orrori il poker di knock out rimediato dal 27 agosto a domenica scorsa (al lordo della sosta per le nazionali).
Un tremendo filotto da zero gol fatti e dodici subiti, con una raggelante media di un tris sul gobbone a partita. Due dal Chelsea, tre dagli arcirivali del Tottenham e dai nerazzurri giovedì 14 settembre a Reggio Emilia, quaterna facile con crollo nel finale concessa al Manchester United di Mourinho in campionato domenica scorsa. Dopo la dipartita estiva del bomber Lukaku proprio in direzione Red Devils (da ex al veleno, il terzo dei quattro il 17 settembre ad Old Trafford l’ha messo lui; di Valencia, Mkhitaryan e Martial gli altri), e contestualmente alle noie fisiche di Bolasie (non certo una prima punta) e Barkley, uno che tende a mandare in porta i compagni, l’attacco dei Toffees a parte i preliminari (due gol al Ruzomberok) e gli spareggi (tre, a uno, all’Hajduk) di EL s’è quasi sempre esibito in imbarazzanti scene mute. La vedette Rooney si dibatte fra problemi personali e di forma, Sandro Ramirez è un centravanti solo per ipotesi e in troppi intruppano la trequarti in lungo e in largo, dallo stesso Roonaldo a Sigurdsson passando per il jolly ex Ajax Klaassen e il croato Vlasic.
Stasera, in contemporanea con la banda del Gasp, la chance di un riscatto almeno in una competizione minore. Non dovrebbe essere un problema iniziare a risalire la china contro i neo retrocessi Dons, affidati a Simon Grayson dopo l’allontanamento di David Moyes (tecnico sulla riva Blues della Mersey dal 2001 al 2013), tra le cui star in disarmo si possono pescare i nomi dei nazionali irlandesi Wilson, O’Shea, Gibson, McGeady e del minuscolo mancino gallese Jonny Williams. Va tenuto conto che i biancorossi di stanza allo Stadium of Light non hanno nemmeno largheggiato nel far fuori dalla Carabao Cup il Bury (League One, la serie C di lassù) e il Carlisle United, i cui campi sono stati violati rispettivamente per 1-0 e 2-1. Non un banco di prova degno di questo nome, ma un modo per cominciare a raddrizzare la barca evitando che l’acqua arrivi alla gola di Rambo e dei suoi. “Voglio quattro vittorie filate”, l’imperativo a mo’ di sfida allo spogliatoio del manager olandese. Il Bournemouth vice cenerentola di Premier (sabato 23, 16.00), l’Apollon Limassol (giovedì 28, 21.05) e il Burnley (domenica 1° ottobre, 15.15) sono avvisati.