Intervista a Timothy Castagne sulle pagine bergamasche del Corriere della Sera in edicola oggi.
“Giudico la mia esperienza molto positiva. Sapevo che il campionato era complicato, ma sono riuscito a collezionare dieci presenze. Qui la fisicità è molto superiore al Belgio. Come la tattica. E anche gli allenamenti con mister Gasperini sono tosti”.
La differenza tra Serie A e campionato belga: “Da voi non esistono gare facili. Tra la prima e l’ultima il divario è molto minore rispetto a quanto accade nella Jupiler Pro League. In Belgio se incontri squadre sul fondo della classifica sai che molto probabilmente ti prenderai i tre punti. Qui no, basta vedere la fatica fatta con il Benevento. Qui ci sono giocatori di grande esperienza, che hanno molta malizia. Ti sbilanciano senza che l’arbitro si accorga di nulla. È diverso da come ero abituato“.
Obiettivo Italia: “Ho sempre voluto venire in Italia perché per un difensore qui è il top. Impari moltissimo. Sia a livello tecnico che tattico. Un paio di anni fa i granata avevano fatto una buona proposta anche per il Genk, ma il club ha preferito tenermi un’altra stagione”.
Poi la scelta di Bergamo: “Ho conosciuto l’Atalanta l’anno scorso, grazie al campionato straordinario che ha fatto. Dopo i primi contatti, ho guardato qualche partita e mi è piaciuto il modo di stare in campo, molto aggressivo. Poi ho visitato Zingonia e anche il centro mi ha colpito”.