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Nerazzurri in prestito – Palo-gol, Sportiello mani bucate

Il Palo stavolta non si ferma all’omonimo (metaforico e non) del soprannome strappando un pari all’Inter (illusa dall’autorete di Vicari al 48′ su cross di Cancelo) con la sua Spal in salsa atalantina, il Milan di Franck Kessie si affida a un ex chiamato Jack per calare l’asso contro la Lazio controsorpassando l’Atalanta nell’apericena a distanza di 24 ore e infine un portiere di nome Marco ne prende un sacco e uno Sportiello dal redivivo Hellas. Figurarsi se per i nerazzurri a titolo temporaneo al piano di sopra non doveva essere l’ennesimo weekend in chiaroscuro. Iniziamo da chi, da cambio in corsa di Schiattarella alla mezzora della ripresa, s’è illuminato dell’immenso del quinto gol stagionale correggendo di tempia quanto bastava al novantesimo (giallo per esultanza scomposta) il tiro a giro di Antenucci a undici giri di lancetta dall’errore di testa sempre sul servizio del compagno.

Nei biancazzurri di Semplici (di là Roberto Gagliardini subentra a Brozovic all’86’), sempre a meno due dalla salvezza (17, il Crotone quartultimo è a 19), Jasmin Kurtic parte trequartista nel 3-5-1-1 chiudendo mezzala e ci prova due volte, al 71′ con un assolo centrale e al 77′ quando sul pallone dalla destra di Cionek calcia a lato di sinistro. Fisso in panca Boukary Dramé. Chi vede chiarissimo sul suo futuro è il Diavolo, che per rimettersi dietro la Dea (34 a 33) oltre a pentole e coperchi ci mette anche la manina di Cutrone, che al quarto d’ora corregge in porta in modo poco ortodosso il servizio al bacio di Calhanoglu, e la testina d’oro del signor Bonaventura, eccelso nello stacco in corsa al 44′ sul cross di Calabria per tarpare le ali all’Aquila fin lì aggrappata all’imbucata al ventesimo di Leiva per Marusic. L’ivoriano mezzodestro si preoccupa più di tenere a bada Milinkovic-Savic, di fatto la punta aggiunta degli ospiti (pericoloso al 68′ svettando sull’ammollo di Marusic, Donnarumma c’è), che delle proprie fughe sfera al piede, limitate di fatto a quella all’ora esatta fermata da Bastos in angolo.

La Fiorentina del riscattando e incolpevole (almeno fino al poker, smanacciato malamente) guantìpede in prestito frana tra le mura amiche al cospetto dei Butei gialloblù, già avanti due volte nel primo tempo grazie alla capoccia di Vukovic (11′) imbeccata da Romulo e al piede del millennial Kean (20′) favorito da un rimpallo sull’azione di Matos, sempre dalla destra. Al rientro dal tunnel, subito il prestito juventino fa doppietta grazie al la di Petkovic al culmine di un contropiede, Gil Diaz riduce le distanze nel giro di sette minuti approfittando di un cross sporcato di Saponara e in capo a un altro paio Ferrari piomba come un falco trafiggendo in contro tempo Sporty sul goffo disimpegno di Laurini per fermare l’ennesima folata di Romulo.

Se i gigliati rimangono a 28 punti all’undicesimo posto e i veneti vedono l’altra neopromossa a una sola lunghezza, non ha nemmeno più gli occhi per piangere il fanalino di coda Benevento. Che nella Torino granata, ora a meno 1 dai bergamaschi nella corsa all’Europa League a braccetto con l’Udinese, non bastasse il gap tecnico deve arrendersi anche allo stupido gesto di reazione di Belec su Niang che ne aveva ostacolato il rinvio al 33′: il calcione è soltanto abbozzato, l’espulsione invece diretta e Djuricic si sacrifica alla causa per far entrare Brignoli che prende il resto. Apertura al 3′ con Falque di fronte sul pallone a rientrare di Berenguer dalla mancina, raddoppio del francese perso da Berat Djimsiti (che aveva speso un giallo su di lui al 22′) e controllato male da Billong al 40′ su assist dello spagnolo e, infine, tris di Obi a metà partita in tap-in dopo il cabezazo di De Silvestri respinto dall’estremo difensore bergamasco. Per Marco D’Alessandro le solite accelerazioni a sinistra e un borseggio al 16′ sul ritardato rinvio di Sirigu senza però riuscire a controllare a sufficienza per spingerla in porta.

 

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6 anni fa

grandissimo palo…

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