La Dea ritrova sul suo cammino il platino, lo stesso che tanto bene aveva fatto agli arbori e che tanto male ha lasciato la madre patria
COSA DISSE IL PROCURATORE. “Conti non andrà in ritiro con l’Atalanta, la sua avventura qui è finita. Il presidente Percassi mi ha detto che anche un’altra squadra ha avanzato offerte super per il giocatore, ma lui vuole solo il Milan. Non ascolteremo l’offerta dell’Inter. Abbiamo rifiutato la proposta di adeguamento contrattuale dell’Atalanta. Conti ringrazia il club bergamasco”.
Parole chiarissime che non lasciavano spazio ad altre considerazioni. Conti e il suo agente avevano espresso chiaramente la loro volontà. Toccava alla dirigenza rossonera avanzare la giusta offerta economica all’Atalanta per portare a Milanello il difensore. Niente ritiro, mano forzata, gesto di un calcio strano, evoluto, complesso da decifrare. Ciò che è chiaro? Se un giocatore se ne vuole andare, meglio liberarlo subito.
Nell’era della schiavitù/procuratore e dei drappi esposti in favore delle strette di mano, forse, bisogna farsela andare bene così. Ma no, i tifosi non ci stanno, e lo investono di bordate di fischi. Dalla rottura del crociato al ritorno a Bergamo da panchinaro, la scorsa stagione. Non ci si poteva aspettare altrimenti.
Perchè per un tifoso non c’è niente di peggio che l’ingratitudine o la spavalderia di un sogno nel cassetto forse un pò troppo sgarbato, a tratti triste, ma comprensibile. Anche questo sarà Milan-Atalanta, la sfida utile a ripartire, con un netto calcio al passato per lasciarselo alle spalle.
https://www.instagram.com/p/BHfD2bJhDEM/?taken-by=contiandrea12