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Gasperini: “Inizia un nuovo ciclo. Squalifica? Non parlo”

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Parla l’allenatore dell’Atalanta in conferenza stampa: “Tanti giocatori nuovi, non vedo continuità, è una rifondazione”

Giornata di vigilia importante in casa Atalanta: domani a San Siro un solo obiettivo, fare risultato per dimenticare in fretta le sconfitte con CagliariSpal. E tornare a sorridere. Ne ha parlato in conferenza stampa Gian Piero Gasperini.

La squalifica. “Della squalifica non voglio parlare, non intendo intervenire. Parliamo della partita e basta”.

Sul Milan. “Il Milan ha conservato tutto il suo organico aggiungendoci Higuaìn. Il livello tecnico è ottimo e il momento è buono. Io però penso più all’Atalanta: devo ricostruirne una che faccia una bella figura giocando con le sue caratteristiche di sempre”.

Soluzioni. “È innegabile che abbiamo bisogno di trovare adattamenti diversi e più fiducia negli ultimi venti metri. Non tutti i nuovi arrivati si adattano subito. Bisogna distribuire le responsabilità realizzative, tra Zapata, Pasalic che non ha le caratteristiche di Kurtic o di Cristante e Gomez, che non a caso due stagioni fa ha fatto 16 gol e secondo me non è uno da 7. Siamo alla ricerca di più concretezza, perché nelle ultime due partite abbiamo creato davvero poco, e soprattutto di una dimensione nostra e certa”.

Solidità. “Abbiamo un nucleo consolidato e forte: Toloi, Masiello, de Roon, Freuler e Gomez. Il resto è abbastanza nuovo: Zapata e Pasalic, i titolari arrivati in estate, comunque stanno facendo fatica. La società ha investito parecchio in molti giovani che comunque non sono ancora pronti, vedi Tumminello. Pessina e Valzania possono darci qualcosa”.

Sulla rosa. “Se abbiamo o no la rosa migliore della storia nerazzurra potremo dirlo alla fine del campionato. Io vedo molte concorrenti rafforzate, piene di motivazioni. Abbiamo preso due schiaffoni e adesso dobbiamo ripartire da qualità, concentrazione e anche molto coraggio”.

Sul contratto. “Giovedì ho rinnovato il contratto per ripartire, per scommessa, per rivivere nuove avventure. Ho voluto darmi un’opportunità perché a Bergamo sto molto bene e all’Atalanta c’è la possibilità di lavorare bene. Non ho preso in considerazione l’ipotesi di giocare una coppa europea nello stadio una volta rinnovato, ma ho pensato solo a ottenere gli stessi risultati conseguiti finora. Ci sono undici giocatori nuovi, in un anno e mezzo abbiamo perso otto titolari. C’è da assemblare per ricominciare: è finito un ciclo, non vedo continuità, è una rifondazione”.

Obiettivi. “Sbandierare obiettivi così alti a inizio stagione non dà alcun vantaggio. Non lo facciamo nemmeno adesso, perché non sappiano ancora quale sono le nostre potenzialità”.

Sui singoli. “Devo capire se il Rigoni di Roma è stato possibile solo perché era una partita particolare. Lui è molto abile a calciare e gioca da metà campo in su, dove in questo momento ne abbiamo anche troppi. Ha valori ma non è la priorità. Barrow per me è una certezza, è Zapata quello da inserire. Insisto su Duvan perché potenzialmente è in grado di darci qualcosa in più. Ilicic ha saltato tutta l’estate e non ha amichevoli e allenamenti in cui fare minutaggio. Deve aumentarlo gradualmente in campionato, c’è rimasto solo quello”.

Turnover. Non si può programmare a tavolino. Il blocco ce l’abbiamo. Pessina, Valzania, Mancini e Djimsiti hanno già dimostrato di poter avvicendare i titolari”.

L’avversario. “Suso sembra tutto mancino ma ogni tanto va anche sul destro. Gioca dalla parte opposta dal Papu e rientra sul piede preferito. Un elemento di qualità che sa fare molte cose. Gli accorgimenti comunque vanno centrati sul nostro gioco, non possiamo permetterci di puntare l’attenzione su un solo avversario”.

Obiettivi personali. “Come tutti gli allenatori mi rimetto in gioco. Negli ultimi 4 anni sono arrivato 3 volte in Europa, ma non ho la fissa di raggiungere necessariamente questo traguardo. Devo resettare perché sento la necessità di ripartire: questa è una stagione a rischio, più complicata del recente passato. Quando si cambia tanto ci sono stimoli nuovi, ma bisogna evitare la pressione del risultato a ogni costo e pensare all’Atalanta che è stata negli ultimi due anni”.

Il momento. “Non il caso di demoralizzarci come di perderci in trionfalismi. Se si voleva l’Europa, era più facile difenderla quando ce l’avevi. Cominciamoci a mettere le zavorre nelle tasche: umiltà, attenzione e realtà da guardare in faccia. L’asticella si sposta strada facendo e a ragion veduta”.

Petagna. “Mi chiedono spesso se mi ha disturbato l’esultanza di Petagna per la sua doppietta contro di noi in maglia Spal. Ritengo giusto esultare, non la trovo una mancanza di rispetto, lo sarebbe verso i nuovi tifosi se non si esultasse. E’ stato importante per noi partendo da quarta punta”.

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