L’Atalanta prendeva un pugno in faccia a San Siro, un k.o che interrompeva la corsa all’Europa solo per una giornata. Da lì solo successi
L’Atalanta veniva spazzata via, nonostante una partenza per nulla timorosa. L’Inter faceva a pezzi quelli che erano rivali diretti con una voglia da grande d’Europa. Sulla panchina interista sedeva ancora Stefano Pioli, reo di non essersi riconfermato e di aver lasciato poi l’Inter al decimo posto in classifica.
Così la sconfitta per la Dea assumeva proporzioni, se non epiche, almeno storiche: i nerazzurri non segnavano 5 gol in un tempo dal 1964, l’Atalanta non ne incassava 7 dal 1990. Storiche le triplette di Icardi e Banega, in quello che si rivelò un momentaneo sorpasso in classifica: 54 a 52, temporaneo quarto posto.
Poi però cambiò tutto, perché i ragazzi del Gasp si rialzarono in men che non si dica tornando a rincorrere la qualificazione storica in Europa League, dopo 26 anni, inanellando una serie di risulti utili imbarazzanti. A discapito, per altro, dell’Inter di Pioli.
Domenica però sarà tutta un’altra storia, a Bergamo infatti andrà in scena un Internazionale con ambizioni da scudetto e un’Atalanta alla disperata ricerca di continuità. Nel catino bergamasco ogni partita è comunque complicata, nonostante il mito ora mai sfatato, purtroppo, dell’imbattibilità casalinga. Quel che è certo è che l’Atalanta farebbe volentieri a meno di uno schiaffo come quello di due stagioni a dietro: diversa posizione in classifica, diverse ambizioni ma… stessa fame.