
Nell’estate 2018 Gian Piero Gasperini lanciò il mantra del mercato triste, poi smentito dai fatti. Adesso si affaccia più fiducioso dalla finestra di riparazione. Ma ha solo millennial oltre a Caldara
Gian Piero Gasperini e gli andirivieni di giocatori nella sua Atalanta, storia di un rapporto conflittuale soprattutto sul piano dialettico. Anche se il prepartita col Torino ha visto l’allenatore molto abbottonato. Pure troppo. All’epoca, quando senza mandarle a dire davanti alla stampa fece storcere un po’ il naso al presidente Antonio Percassi (“Sapesse come sono triste io che caccio i soldi”, la sua risposta a distanza di mesi a un convegno di Confindustria) aveva tra le mani Marco Varnier che si ruppe subito, Marco Tumminello quasi subito, i vari Davide Bettella e Marco Carraro immediatamente mandati a farsi le ossa in B, Matteo Pessina che sarebbe stato parcheggiato al giro di corsa successivo (all’Hellas Verona, mica male), Arkadiusz Reca che tanto giovane non è, varie ed eventuali. L’epoca del famoso mercato triste, l’ipse dixit della vigilia del Ferragosto 2018, due giorni prima del retour match nel turno di qualificazione ai gironi di Europa League (poi fallita nel playoff col Copenaghen) con l’Hapoel Haifa.
INVERNO 2020: MERCATO MENO TRISTE? Era già arrivato un pezzo da novanta come Mario Pasalic, in nerazzurro, senza contare il colpaccio Duvan Zapata. Sarebbe approdato a Zingonia anche Emiliano Rigoni (lasciamo stare Ali Adnan…), una scommessa tattica persa. A conti fatti, però, al mister triste e alle soglie della valle di lacrime per operazioni sui calciatori che proprio non riusciva a mandare giù non sarebbe andata poi così male, con lo storico terzo posto da apertura degli orizzonti della Champions League eccetera, anche se il mancato accesso alla fase successiva della coppa di consolazione resta ancora sullo stomaco a parecchi. Gennaio 2020, esattamente tre finestre più tardi, il Gasp decide di affacciarsi al grande pubblico della stampa riunita al Centro Sportivo Bortolotti con un mezzo sorriso sulle labbra: “Oltre a Mattia Caldara che non ha bisogno di essere integrato, c’è Lennart Czyborra che dobbiamo ancora conoscere e adesso ha una contrattura da superare, più i duemila. Giovani di prospettiva. Speriamo di sostituire i partenti: la società ha optato per questa strada per farne uscire qualche pezzo importante”.
GASPERINI E IL MERCATO DI PROSPETTIVA. Il ’99 tedesco tuttosinistro ex Heracles Almelo a il duetto esterno destro-centrale difensivo (mai citato dal Gasp) Raoul Bellanova-Bosko Sutalo, rispettivamente in prestito dal Bordeaux e a titolo definitivo dai croati dell’Osijek. Giovani di prospettiva, mentre la pletora del 2018 di cui in premessa era stata giudicata non pronta, inservibile, superflua rispetto al progetto tecnico. Pace fatta, insomma, tra il club, che sceglie un profilo basso e continua a puntare su vere e proprie scommesse credendo nella capacità dell’uomo in panchina di trasformarle in plusvalenze, e il tecnico stesso? Forse sì. Forse, invece, è un mix di rassegnazione e prudenza. Dani Olmo è andato al Lipsia, la Red Bull caccia gli euro come pochi. Iago Falque è ancora, ma per poco, al Toro, da matare nello scontro diretto al sapore d’Europa. Il vice Ilicic? Tante vale non richiederlo più. Sarebbe la terza sessione di mercato di fila, del resto. E se non l’han preso finora, o rispunta Gianluca Caprari dalla Samp o chissà. A Gasperini va bene la prospettiva. Basta che non gli si chieda di trasformare l’acqua il Valcalepio Riserva.
