L’ex tecnico dell’Atalanta: “Per ora ho un sentimento di repulsione. Ci vuole rispetto per chi ha sofferto. Se il calcio perde tre o quattro mesi non cambia nulla”
Cesare Prandelli è uomo dai principi chiari e che non le manda certo a dire. In un momento così delicato dal punto di vista sociale e sanitario a causa del coronavirus, il calcio nazionale sta trovando un modo per riparte e chiudere nel migliore dei modi una stagione che, ogni giorno che passa, si fa sempre più difficile.
Ma per l’ex tecnico dell’Atalanta, parlare di sport in questo momento è impossibile: “Sono sincero, per ora ho un sentimento di repulsione. Io associo il calcio al divertimento, alla gioia. Questo non è il momento del calcio. Bisogna lasciare decantare il lutto e il dolore– ha detto aPiazza Levante -. Ci vuole rispetto per chi ha sofferto. Se il calcio perde tre o quattro mesi non cambia nulla. Non devono essere pronti a giocare solo i calciatori, ma anche la gente. Per me il calcio è gioia, portare le famiglie e i bambini allo stadio. Aggregazione, festa. Dobbiamo prendere tempo. Le condizioni di sicurezza non bastano”.
Pienamente d’accordo con Prandelli
In piena sintonia con la riflessione di Prandelli, le priorità ora sono decisamente altre.
Sono d’accordo con Prandelli
CONCORDO PIENAMENTE ❤️
Parole Sante ??
Ha stra-ragione !
Anch’io come tanti altri ho buttato via i soldi dell’abbonamento allo stadio ma non ci penso
Ha ragione
Il calcio adesso può aspettare ci sono altre priorità prima
È pura follia pensare adesso al calcio e a tutte le cose futili
Certo
D accordo