In diretta Instagram, l’ex attaccante brasiliano della Dea, ha toccato diversi tasti parlando anche della formazione allenata da Gasperini

Intervenuto in diretta Instagram sulla pagina Radiodea, l’ex attaccante brasiliano dell’Atalanta Evair ha rievocato alcuni ricordi e racconta la sua vita attuale.

SU BERGAMO. “Quando penso a Bergamo, mi viene in mente l’Atalanta, la Curva, lo stadio, i compagni dell’epoca. Ci sono tante cose che mi mancano perché è da molto tempo che sono andato via. E’ bellissimo sentire parlare di Bergamo e dell’Atalanta. Sono tornato in città due volte: una quando l’Atalanta stava conquistando la promozione in A, mi pare nel 1994; l’altra quando l’Atalanta ha festeggiato il centenario e c’era anche Caniggia: è stato bellissimo”. 

SULLO STADIO. “Non ho ancora visto il restyling dell’impianto, ma ho sentito che lo stanno rimodernando e verrà un gioiellino. In futuro lo vedrò sicuramente”. 

SULLA SUA FATTORIA. “Quando ero a Bergamo, fra il 1989 e il 1990 ho acquisito una fattoria in Brasile e l’ho chiamata Atalanta per mantenere il legame con il club”.

EVAIR OGGI. “Quando ho smesso di giocare, ho iniziato a fare l’allenatore, ma ho avuto poche opportunità. Per cui sono un paio d’anni che ricevo solo qualche richiesta, ma nulla di più. Io vorrei allenare con un progetto, ma in Brasile è tutto molto diverso rispetto all’Italia”.

SULLA LINGUA ITALIANA. “Ora capisco bene l’italiano. Bonacina e Barcella mi hanno aiutato ad impararla. Furono i primi ad insegnarmi le parolacce contro l’allenatore”.

SU CANIGGIA. “A Bergamo vidi per la prima volta la neve, ma non sapevo cosa fosse di preciso. Presi la macchina, ma feci fatica a guidare e tornai subito a casa. Vennero a prendermi per andare all’allenamento, ma feci il viaggio di ritorno con Caniggia. Frenava utilizzando il freno a mano… “

SUI GOL NERAZZURRI. “Ricordo con piacere una rete contro la Juventus, quando mancavano due minuti al termine della gara, e vincemmo 1-0 a Torino. Prandelli mi passò la palla e capii che dovevo fare gol. Al ritorno a Bergamo vidi i tifosi veramente contenti ad attenderci al rientro. Ci trattarono benissimo come se avessimo vinto uno scudetto”.

SUL CORONAVIRUS. “Ho appreso che a Bergamo sono state settimane tristi. Anche qui in Brasile hanno trasmesso servizi che non avrei voluto vedere. Ho parlato con un paio di amici che vivono in città per capire come era realmente la situazione e mi hanno descritto la brutta realtà. Qui nella mia città ci aspettavamo una strage con milioni di morti, invece per fortuna ciò non è avvenuto. Io vivo in un piccolo paese, abbiamo registrato solo tre casi, ma anche qui ci sono delle restrizioni: niente ristoranti, niente shopping, targhe alterne, ma per fortuna meno morti di quanto avevamo previsto”.

SULL’ATALANTA DI OGGI. “Molto bello partecipare alla Champions League, però dopo le prime tre sconfitte credevo non ce la facesse. Ma dopo ho visto i risultati successivi ed è riuscita a qualificarsi con un gran bel gioco”.

UN MESSAGGIO. “Voglio dire a Bergamo e ai tifosi atalantini che mi mancano molto. Dopo aver concluso la carriera, non mi manca essere riconosciuto, non mi manca fare autografi, ma mi mancano molto i gol realizzati con la maglia dell’Atalanta. Bergamo e la Dea sono stati un momento storico per me: è stato un piacere incontrarli nella mia vita”.