L’ex giocatore della Dea racconta i giorni di paura che ha vissuto a marzo, quando ha scoperto di essere contagiato e di non riuscire più a respirare
L’ ex giocatore dell’Atalanta Daniele Filisetti, in maglia nerazzurra dal 1977 al 1983, abita a Nembro, uno dei paesi più colpiti dal Covid-19 e lì, nel mese di marzo, si è ammalato anche lui. Oggi il viceallenatore della Juniores Nazionale della Virtus CiseranoBergamo racconta la sua esperienza a L’Eco di Bergamo: “Il suono delle ambulanze, tanti amici andati avanti con cui giocavo da piccolo, il tutto mentre stavo male: dopo la febbre è arrivata la polmonite, non respiravo più, ma mia moglie aveva capito la situazione e ci ha visto lungo, come sempre”.
L’INCUBO ALLE SPALLE. “Mi sentivo in panico a non riuscire a respirare, per 15 giorni sono stato attaccato alla bombola di ossigeno, fortunatamente mia moglie aveva già capito tutto e ora sono qua a raccontarlo. Sono solito dimenticare le cose brutte e anche in questo caso non ho tanti ricordi di quelle ore concitate, ma non ho mai avuto paura: adesso mi devono dire se posso incontrare le altre persone senza avere problemi, dirmi come fare questi test anche privatamente”.
RICORDI ALLO STADIO. Filisetti ha diviso il campo con campioni dal calibro di Stromberg e Diego Armando Maradona: “Posso dire di averci giocato insieme, il top di quegli anni. Mi ha fatto piacere l’interesse di tanti ex giocatori che mi hanno chiamato, come i bergamaschi, ma soprattutto ho sentito compagni laziali di cui avevo perso le tracce da trent’anni, come Vianelllo, Spinozzi, Marini, Podavini, hanno cercato di proposito il numero”.