Il tecnico nerazzurro è ritornato sulla polemica scoppiata dopo le sue parole alle Gazzetta e la scoperta di aver contratto il coronavirus dopo Valencia

L’allenatore dell’Atalanta Gian Piero Gasperini ha concesso una lunga intervista a Sky, dove ha risposto alle dure accuse di aver messo a rischio la salute dei presenti al Mestalla lanciate dal Valencia nei giorni scorsi:”E’ una polemica veramente molto offensiva. Ho rispettato tutti i protocolli, sono stato in quarantena come tutti. Non ho mai fatto tamponi, a maggio con i sierologici ho scoperto che avevo avuto il virus. Non ho mai avuto febbre né problemi polmonari, quando sono partito da Bergamo stavo bene, il problema l’ho avuto la sera un po’ e il giorno dopo e a Zingonia. Ripensando indietro penso che sia stato dovuto a quello ma lo suppongo, non ne sono sicuro. Questa è una polemica offensiva e brutta”.

CHAMPIONS. “Per noi è una manifestazione fantastica, avremmo voluto giocare con cornici di pubblico importanti, compreso a Valncia, ci ha tolto parecchio ma ci ripenseremo ad agosto, avremo motivazioni fortissime ma il livello delle  squadre avversarie è sempre più alto, il campionato sarà un test fondamentale intanto per mantenere la posizione in classifica per fare la Champions altro anno”.

CONTRATTO A VITA. “Cosa significa contratto a vita? Già il legame con Bergamo è molto forte, non esistono contrati a vita nel calcio, ma la volontà di continuare a vivere un momento clamorosamente interrotto con dei dolori, lutti e migliaia di morti, stiamo cercando di ripartire. Speriamo di poter festeggiare con la città, vorrebbe dire che è ripartito un po’ tutto, ci vuole del tempo e dovremmo sperare che questo maledetto virus venga debellato”.

SERIE A. “Per noi gli stimoli saranno forti, era una stagione entusiasmante spezzata per una tragedia mondiale che ha riguardato Bergamo e Brescia in primo luogo e non sapremo per qualche motivo, l’abbiamo subita, ancora di più queste polemiche fanno ancora più male. Giocare senza pubblico toglie tantissimo al calcio, è una soluzione per tamponare l’emergenza e per far ripartire il calcio che è un’industria, sarà un calcio diverso rispetto a quello di ottobre o novembre, per la grande continuità di partite da giocare e per le cinque sostituzioni e le temperature così alte. Dovremo essere bravi a non creare molti alibi e fare il meglio possibile”.