L’addio di Diallo è sinonimo dell’ennesima plusvalenza prodotta dal lavoro del vivaio nerazzurro
Amad Diallo, fino alla vicende dei mesi scorsi noto come Traorè, rappresenterà l’ennesima plusvalenza portata in dote dal settore giovanile dell’Atalanta. Dopo gli introiti dei mesi scorsi derivanti dalle cessioni Kulusevski e Barrow ecco quindi un’altra grossissima cifra che entrerà pulita nelle casse del club.
Un meccanismo forse discutibile per i più romantici, abituato agli anni in cui gli elementi del settore giovanile andavano a rinforzare la prima squadra almeno per i primi anni di carriera. Ora i tempi sono stati quasi anticipati, ma va sottolineato come le logiche di mercato siano cambiate e le valutazioni dei giovani prospetti molto più succulente. La competitività della squadra è peraltro diventata altissima, ragione che chiude spazi anche a talenti purissimi. Su questo aspetto, ad esempio, si espresse in un’intervista postpartita Gasperini mesi fa, dicendo che pur essendo fortissimo lo stesso Kulusevski : “Rispetto al Parma avrebbe giocato sicuramente meno, pensiamo a Papu, Ilicic, Zapata, Muriel, Malinovskyi. Non avrebbe avuto lo spazio, questo è certo. È andata benissimo così, la società ci credeva e ci crede molto, altrimenti non lo avrebbe dato senza riscatto. A sedici anni l’ho portato in ritiro in prima squadra, ma con i giocatori che abbiamo noi… non è facile”.
Un processo simile, peraltro, riguardò anche Alessandro Bastoni. All’Atalanta sin da bambino e per circa 10 anni protagonista di uno stancante avanti e indietro da Piadena (Cremona), fu messo a bilancio per oltre 30 milioni di euro dopo sole 7 presenze in Serie A. Perchè il calcio del 2020 e delle plusvalenze, piaccia o no, è anche questo. I tifosi nel mentre possono stare tranquilli: la grande liquidità accumulata potrà permettere solidità per tantissimi altri anni al club.