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Auguri a Regonesi, rimpianto atalantino

42 inverni per Pierre Regonesi, ultima stazione Badalasco: sei stagioni tra i dilettanti per chiudere col rimpianto di essere stato atalantino per poco

La sesta ultima stazione tra i dilettanti nell’anno del lockdown è stata il Badalasco, club dell’omonima frazione di Fara Gera d’Adda, girone D e ora I della Seconda Categoria bergamasca e poi cremasca. A quota 42, ormai, Pierre Giorgio Regonesi è un ex. L’unico rimpianto del papà d’arte del nerazzurrino e azzurro Under 16 Iacopo, stesso piede mancino ciclonico e stesso imprinting Atalanta, è di essere stato nerazzurro al piano di sopra per troppo poco . Il terzino sinistro che fu spegne le candeline oggi, lunedì 22 febbraio.

REGONESI, DALL’ATALANTA A (QUASI) ALLA JUVENTUS. Il talento di Verdellino, che abita a Pognano ed è nato a Osio Sotto, 1 metro e 86 di maestria totale nei calci da fermo, sfiorò la Juventus, che ne deteneva la metà del cartellino. Nel palmarès atalantino, soltanto due comparsate in serie A: l’esordio, dall’82’ al posto di Paolo Foglio il primo giugno ’97, nel 3-0 a Reggio Emilia in cui il doppiettista (dal dischetto) Pippo Inzaghi scrisse 24 conquistando il titolo di capocannoniere; contro i bianconeri al “Delle Alpi”, il 25 gennaio 1998, una sconfitta per 3-1 con lui in campo dal 77′ per lo sloveno Robert Englaro.

REGONESI, IL GIOIELLO DEL VAVA. Sdoganato nel calcio che conta da Emiliano Mondonico, incrociato in seguito all’AlbinoLeffe nella seconda metà del 2005-2006 salvandosi dalla C1 negli spareggi con l’Avellino (a segno sia all’andata che, su rigore, al ritorno) e nel 2010-2011, il mentore di Regonesi è Giovanni Vavassori, un Trofeo Dossena di Crema nel ’97 e il campionato Primavera nel ’98. Agli ordini dell’ex ringhioso stopper di Arcena, 9 presenze tra B e Coppa Italia, dopo le 17 di Bortolo Mutti nell’annata precedente, portando a 28 quelle nerazzurre in una carriera che a casa e fuori pareve promettere di più.

REGONESI DICE 42. Nei cugini della Celeste, sotto Elio Gustinetti, il gran salto fino al secondo campionato nazionale, con l’abbandono del “Martinelli” di Leffe per l’”Atleti Azzurri d’Italia” e la cancellazione dallo statuto societario del servizio all’Atalanta come ragion d’essere. Poi il quadriennio riminese col ritorno in riva al Serio, assistendo al trasloco del campo d’allenamento dal “Rino Gritti” di Verdello al Centro Sportivo di proprietà a Zanica. Una maglia da 291 presenze e 23 palloni nel sacco. Falliti ai rigori i playoff di C1 (anzi, Prima Divisione) nel 2014 sempre sotto le insegne del Gus, Regonesi opta per divertirsi vicino a casa: MapelloBonate in D, poker al Casazza in Promozione, l’Asperiam e l’ultima toccata e fuga. Tanti auguri a uno che avrebbe meritato ben altre ribalte: 473 match e 29 reti da pro, condite da 31 e 3 dall’under 15 all’under 20, non sono noccioline.

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Veronika
Veronika
3 anni fa

Brava persona, troppo educato e timido per sfondare in un mondo di squali.
Era un ottimo terzino sinistro, ricordo che quando salì in prima squadra dalla primavera fu preso di mira da alcuni senatori (uno oggi allena in serie B e pontifica manco fosse il papa) e lui se ne andò, garantendosi una discreta carriera in serie minori.

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