Ottant’anni e un giorno per il tecnico che guidò l’Atalanta a una storica promozione in A seguita da due fortunate stagioni
Nedo Sonetti, livornese nato a Piombino, è stato allenatore dell’Atalanta quando vinse il campionato di Serie B ‘83-’84 e poi rimase in A per altre due stagioni per poi retrocedere alla quarta. Con lui crebbero Donadoni, Pacione, Magrin, Agostinelli e Stromberg. A L’Eco di Bergamo racconta il regalo più grande che vorrebbe ricevere e il rapporto che lo lega con la nostra città: “Vorrei che finisse questa pandemia, che è una tragedia mondiale della quale non ne possiamo davvero più”.
IL RAPPORTO CON STROMBERG. “Bergamo fa parte della mia storia calcistica, ma anche della mia vita. Sono stato allenatore per quattro anni, ma in totale ne ho vissuto da voi ben trentadue. Abitavo a Gorle, al quartiere Baio, quattro villette prima di Stromberg. A proposito, in un collegamento a Sky, in occasione del mio compleanno, ho rivisto Glenn e mi ha fatto molto piacere. Abbiamo parlato di questa meravigliosa Atalanta di Champions. Glenn aveva una bella personalità e non si nascondeva se doveva muovermi un appunto. Fu così che, in una riunione tecnica particolarmente accesa, per ribadire il mio pensiero tirai un pugno alla lavagna, compromettendo l’integrità del mio orologio”.
CON LA DEA. “La mia storia con l’Atalanta è fatta di molte soddisfazioni all’inizio e di una profonda amarezza per la retrocessione del quarto anno. Ma intanto avevo conosciuto personaggi fantastici come Achille e Cesare Bortolotti, come Franco Previtali, gente di grande competenza calcistica, e come Luciano Passirani, amico fedele di tanti anni. Anche la tifoseria bergamasca, quando sono tornato su una panchina avversaria, mi ha sempre accolto bene”.
Mi ricordo il sor Nedo a giocare a scopa, nei momenti liberi, al bar Anselmo. Ero un ragazzino, ma le bestemmie mi sono rimaste impresse ?
Auguri mister. Che ricordi ??
Auguri Mister