20 presenze su 22 totali da titolare in mezzo alla difesa dell’Atalanta dell’ultima retrocessione in B: l’edizione dei 3 (4) tecnici
Adesso fa il vice a Roberto De Zerbi allo Shakhtar Donetsk, una gran bell’avventura. Sarà noto a vita, purtroppo per lui, per la stagione dell’ultima retrocessione dell’Atalanta, la famigerata 2009-2010 iniziata con Angelo Gregucci (Coppa Italia col Cesena più 4 di campionato), proseguita con Antonio Conte (13 più il ko col Lumezzane nel trofeo della Coccarda) e conclusa da Bortolo Mutti dopo l’interregno post Epifania a Palermo di Valter Bonacina. Paolo Bianco, foggiano di Ordona che spegne 44 candeline il 20 agosto 2021, lega il suo nome a un giro di corsa da dimenticare in cui fu quasi sempre difensore centrale titolare nelle partite disputate: 20 su 21 in campionato (in una parabola complessiva da 557 partite, 13 gol e 6 assist), di cui 1 col tecnico tarantino e 7 col leccese, più 1 in Romagna nel trofeo nazionale.
CANDELINE IN BIANCO. Il reparto era ben fornito, tra l’intoccabile Thomas Manfredini, gli altri centrali Maxi Pellegrino, Leo Talamonti e Maxi Pellegrino, ma con troppe porte girevoli con l’infermeria. Lo completavano ai lati Gyorgy Garics, per metà stagione Miguel Layun e Nick Madonna (più esterno alto, però), Paolo “Sarnech” Bellini e Federico Peluso. Assurdo pensare di cadere a piombo in cadetterìa con Cristiano Doni e il bomber Simone Tiribocchi, più i vari Valdes, Padoin, Ferreira Pinto che litigò come il capitano con l’ex bandiera juventina, De Ascentis e Guarente. Eppure successe: rivolta carbonara di spogliatoio ancor prima del ko all’inglese della cacciata del futuro ct azzurro il 6 gennaio 2010 a Bergamo col Napoli, Alessandro e Francesca Ruggeri sotto pressione della Curva Nord che schiaffeggiò lo stesso Conte nell’antistadio dopo averlo beccato (con risposte poco oxfordiane) durante tutta l’ultima partita (c’era stata contestazione a Trezzo in occasione dell’amichevole post Capodanno, il 3 gennaio) e poi, a giugno inoltrato, la cessione del pacchetto di maggioranza societario ad Antonio Percassi.
BIANCO, DALLA RETROCESSIONE ALLA PANCHINA. Il centrale destro nativo del capoluogo della Daunia, ragazzo simpaticissimo e calciatore di vaglia nella fertile provincia alla periferia dell’intero, al suo arrivo ebbe a sospirare un “finalmente sulla terraferma, dopo cinque anni tra Catania e Cagliari” suscitando l’ilarità dei giornalisti presenti. Nato nei Satanelli, si era fatto anche un quinquennio (1999-2004) a Treviso e avrebbe concluso la carriera nel Sassuolo ricoprendo lo stesso periodo di tempo in neroverde, fino alla storica promozione in serie A nella primavera del 2013 sotto l’egida di Eusebio Di Francesco. Non proprio fortunatissima la vicenda in panchina: vice dell’ex compagno foggiano Paolo Mandelli alla Primavera del Sassuolo (2015-2017), dopo non aver lasciato chissà quali tracce tra Siracusa e Atletico Leonzio da due anni è nello staff del tecnico bresciano. Dalla base targata Mapei, per lui che continua a risiedere nella Marca, in qualità di collaboratore tecnico, ecco il salto nell’Est che parla il linguaggio del primato nazionale e della coppa dalle grandi orecchie. Tanti auguri, e peccato per quell’annata in Bianco…
Scarsissimo
Uno dei peggiori difensori visti a Bergamo
Mi ricorderò sempre l’errore che regalò il pareggio all’Inter al Meazza 😑