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Fiorentina, Italiano: C’è entusiasmo, ma affrontiamo una delle più forti”

Italiano conferenza stampa

“L’Atalanta giocherà senza punta? Lo ha fatto anche in Coppa Italia, non dà punti di riferimento”: parla Italiano in conferenza stampa

Parla, in conferenza stampa, Vincenzo Italiano, allenatore della Fiorentina, verso la sfida di domani alle 12:30 in casa contro l’Atalanta, da Fiorentina.it.

IL MOMENTO. “Quando arrivano i risultati e crescono entusiasmo e fiducia ci si allena in modo diverso. E’ bello, questo va sempre alimentato e ricercato, lavorare con questo clima è l’ideale. Abbiamo preparato questa partita difficile, reputo l’Atalanta una delle più forti del campionato, per come affronta le partite, per lo spirito che ha. Sono contento che ci sia una capienza maggiore, so che saranno in tanti i nostri tifosi, mi fa piacere. Poco tempo fa parlavamo di un entusiasmo un po’ smarrito, invece con le ultime prestazioni è tornato. Anche se da parte nostra non è mai andato via. Cerchiamo sempre di ottenere il massimo, nelle ultime due gare ci siamo riusciti. Speriamo di avere più continuità, cosa che all’inizio non siamo riusciti ad avere”.

L’ATALANTA. “Gasperini senza punte? Già nella partita di Coppa con Malinovskyi, Pasalic e Boga, sono giocatori che non danno punti di riferimento. Grande dinamismo, occupano tutto il fronte offensivo, sono giocatori forti tecnicamente e fisicamente. Una squadra temibilissima, soprattutto per la grande mentalità che ha da anni. Affronta le partite con consapevolezza, senza timore di nessuno. Ma dobbiamo essere bravi come siamo stati nelle due gare precedenti contro di loro. Votai Koopmeiners come giocatore rivelazione della prima parte di Serie A, perché già lo scorso anno fece tanti gol, abbina tante caratteristiche e lo sta facendo vedere in Italia. È un giocatore molto bravo”.

LE DUE VITTORIE.Loro affrontano ogni gara allo stesso modo, ormai hanno la consapevolezza di essere una grande squadra. In casa e fuori. Dobbiamo resettare le due partite precedenti, cercando di fare qualcosa in più. Sono state partite equilibrate, noi abbiamo vinto di un gol ma poteva accadere di tutto. Sarà una partita difficile, per portare a casa un risultato positivo bisognerà sudare tantissimo.

SU DRAGOWSKI. “Drago ha l’opportunità di tornare titolare, ha questa chance. È un portiere di valore. Purtroppo alcune gerarchie ogni tanto vengono cambiate, ma non solo per decisioni dell’allenatore. Se uno sta fuori 3 mesi per un infortunio importante, e un altro si prende lo spazio con merito, capita. È capitato anche a me in carriera. Ora torna lui a difendere la porta, mi auguro abbia questa voglia di rivalsa: sono convinto vorrà fare una grandissima gara. È un portiere di valore che ha capito la situazione”.

LO STILE ATALANTA. “Cercare di essere capaci di prestazioni di livello con squadre come l’Atalanta vuol dire che stai diventando una squadra con una certa mentalità, con certi valori. Vorrei si riuscisse ad avere quella continuità che abbiamo avuto in pochissimi momenti. Abbiamo alternato belle cose ad altre situazioni in cui non siamo stati all’altezza. Mi auguro si possa dare continuità alle prestazioni, giocare bene in entrambe le fasi, e cercare di crescere. Ogni partita è un esame, ti dà informazioni diverse. Dobbiamo cercare di fare questo salto ulteriore perché ne abbiamo l’opportunità. È questione di consapevolezza, mentalità. Quella che ha l’Atalanta, che si qualifica per tre anni di fila in Champions. L’Atalanta qualche anno fa non era quella di ora, ci è arrivata in un percorso di crescita. È maturata tanto, società e calciatori. È un precorso difficile, ma lavorando e applicandosi sulla mentalità una squadra come la Fiorentina può crescere tanto. Non so dove potrà arrivare, ma ci sono tanti margini di miglioramento”.

ALLEGRI HA INSERITO I VIOLA NELLA CORSA CHAMPIONS. “L’ho sentito anch’io, mi ha fatto piacere. Vuol dire che siamo nei pensieri delle altre squadre, siamo diventati temibili. Abbiamo due partite in meno rispetto alla Juve,chiaro che se dovessimo ottenere risultato pieno la classifica ci proietterebbe in una situazione diversa rispetto a quella di adesso. Mi hanno fatto piacere le sue parole, vuol dire che stiamo lavorando bene e bisogna continuare così”.

IL PROGETTO A FIRENZE.Qui si lavora bene, mi piace questa passione che c’è intorno alla squadra. Ti spinge a dare sempre il massimo e non mollare mai. Sapevo e sentivo di questo amore e affetto, ma vivendolo in prima persona ci si accorge che qui c’è qualcosa di straordinario. Ho cercato subito di creare un’identità forte, questa città e questa tifoseria ha bisogno di una squadra che vada in campo e dimostri forza, grande unione. Ci siamo riusciti, penso che questo i tifosi l’abbiano riconosciuto. Poi parlare di progetto a lungo termine nel calcio è sempre difficile, devi abbinare risultati e crescita. Ma penso che si possa costruire qualcosa di importante. Evitare periodi negativi che siano lunghi, perché sennò rischi di minare i progressi e le idee. Ma stiamo iniziando a conoscerci meglio con la società, a capirci l’uno con l’altra in maniera profonda. Vedremo come si evolverà. Ma lavorare in una piazza come questa per tutti gli allenatori e per chi fa calcio è una grande soddisfazione. Adoro vedere passione, attaccamento. Capisco nei momenti di difficoltà anche le critiche che arrivano, ci spronano a dare il massimo. Mi piace da impazzire lavorare in questo clima qui”.

LA GESTIONE DEL GRUPPO.E’ un modo di portare avanti 25 elementi che tutti sono alla pari, tutti hanno qualità e possono dare qualcosa se partono dall’inizio. Da allenatore ho cercato sempre di evitare che qualcuno possa pensare di essere inamovibile, che possa fare errori su errori senza essere messo in discussione. È un qualcosa che percepivo da giocatore e cercherò di non fare da allenatore. C’è chi si guadagna il diritto di rigiocare la partita dopo, ma si valuta. Non voglio appagamento, rilassamento. Gli errori ti fanno perdere le partite. È il mio modo di lavorare, e sta dando tantissimi frutti. Abbiamo cambiato formazione in tutte le partite, i risultati sono arrivati. Non c’è un ragazzo che in allenamento non dia il 100%. Questi dubbi di formazione tengono tutti sulle spine e concentrati. E chi entra vuole sempre cambiare la partita. Per il momento è giusto proseguire così. Sono contento che un ragazzo come Sottil dica di essere rimasto sorpreso di giocare titolare: vuol dire che fino al momento della formazione poteva avere qualche dubbio”.

I GOL DEGLI ESTERNI. “E’ un aspetto che abbiamo toccato in settimana, abbiamo esterni di qualità che creano situazioni. Ma dobbiamo tramutarle in occasioni da gol. Tutti hanno nelle loro corde qualche gol in più, assist. Una crescita che deve arrivare, perché creiamo tanto, abbiamo una percentuale di palle gol altissima. È giusto che ognuno di loro, visto che li reputo attaccanti, abbia l’esigenza di essere più presente in zona gol. Ci arriviamo, creiamo, siamo spesso negli ultimi 20 metri. È una questione di crescita individuale, è un peccato non concretizzare tante occasioni. Anche se già segniamo tanto. Mancano però i gol degli esterni. Se ci arrivassero anche loro potremmo crescere ancor di più”.

LO SPEZIA.Ho temuto un’altra Empoli. La squadra stava disputando una grandissima partita, avevamo concesso davvero pochissimo, sbagliando un rigore, sbagliando l’ultima scelta in altre situazioni. Stavamo per mettere in pericolo una prestazione di altissimo livello. Mi è piaciuto che dopo l’1-1 non abbiamo smesso di giocare, a parte l’errore di Colley. Ma ci sono gli avversari. Riprendere in mano la partita, riuscire a vincerla anche con una situazione su cui spesso lavoriamo, per mandare al tiro più facilmente i giocatori, mi riempie di soddisfazione. Anche perché il gol è arrivato da un giocatore che aveva commesso un errore. Un giocatore vero è quello che reagisce ad un errore. Grande merito ad Amrabat di non aver mollato, poteva essere una mazzata per lui. Tre punti importanti”.

I TIFOSI A LA SPEZIA. “Personalmente dico che imparerete anche a conoscere me, da quando metto piede in campo io dimentico tutto, tante situazioni per 95 minuti non le penso. Mi ha fatto piacere la vicinanza dei tifosi viola, mi è dispiaciuto quanto è accaduto al Picco. Mi limito a dire questo. Come ho detto a fine gara non sono quella persona, non vado a ridire ciò che è accaduto ma lo sanno in tanti. Mi dispiace però, sono stati due anni indimenticabili a La Spezia perché quando si abbina risultato sportivo e il fatto di star bene in un posto è un fatto eccezionale. Ma ringrazio i tifosi viola per la loro vicinanza”.

SU PIATEK. “Sono davvero contento di Piatek, non per i gol che ha fatto, ma per quello che ti dice, che vuole fare. Non lo conoscevo, è un professionista esemplare, un ragazzo che pensa prima al bene della squadra e poi all’obiettivo personale. Sono stato stupito per come si è messo a disposizione, sa che in campo deve muoversi in modo diverso da come era abituato. E lo sta facendo. A Bergamo ha mandato in porta i compagni, mi sta piacendo tantissimo. Così come è sceso in campo Cabral in quel quarto d’ora finale. Sono due ragazzi che si vede lontano un miglio che hanno voglia di far parte di questa famiglia, di questa squadra, dei meccanismi. Ci daranno una grossa mano. Piatek ci sta dando anche tanti gol, ma lo farà anche Cabral”.

I RIGORI SBAGLIATI.Ne abbiamo parlato anche oggi in rifinitura, resta la regola che chi se la sente batte. Ci sta che chi sbaglia lasci il compito ad un compagno, ma chi se la sente batte. Non voglio scenate in campo. Può capitare di sbagliare un rigore, ho parlato di una maledizione che colpisce a volte le squadre. Ma bisogna migliorare, i rigori indirizzano le partite e non possiamo sprecare certe occasioni”.

SU IKONÉ.E’ un ragazzo giovanissimo, ha delle doti da grandissimo calciatore. Un esterno che ha l’uno contro uno, sa sacrificarsi per la squadra, in fase di non possesso si muove bene. Ma è arrivato in un reparto dove gli altri suoi compagni sanno lavorare in maniera e si muovono in maniera egregia, si muovono insieme da 7 mesi. Lui piano piano diventerà importante per questa squadra. Dice di capire benissimo anche l’italiano, anche se non lo parla. Sta facendo passi avanti da gigante. È funzionale al massimo per le nostre idee, ma non c’è fretta. Un grande investimento della società, ha qualità immensa, in allenamento fa vedere cose eccezionali. Ma pian pianino farà vedere il proprio valore”.

SU MALEH.Cosa gli manca? L’esperienza, partite, campionati. È il primo, questo, per lui. In una grande squadra e con compagni forti che possono aiutarlo a crescere. Ha anche lui estrema qualità, si allena con concentrazione e se devo fare un appunto, dico che può diventare anche lui più decisivo, riempire di più l’area di rigore. Ma quando farà più partite diventerà anche lui un giocatore importante. È maturato in maniera esponenziale, grazie a compagni di valore in una categoria dove se non sei sveglio ti montano sopra. Si è dimostrato veloce nell’apprendere e reggere l’urto in un campionato di grande difficoltà”.

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