Per via delle regole sui rifugiati minori non accompagnati non poteva scendere in campo in gare Figc
L’incredibile storia di Moustapha Cissè è salita agli occhi e alle orecchie di tutti ieri sera, con la rete segnata a Bologna che, con ogni probabilità, peserà moltissimo nell’economia della classifica nerazzurra a fine stagione. Eppure, rispetto a quanto scritto su varie testate giornalistiche in queste ore, salta alla luce un ulteriore dettaglio che fa sorridere: nel campionato di Seconda Categoria il giovane guineano non poteva nemmeno giocare. Per via dei regolamenti legati ai rifugiati minori non accompagnati da genitori, infatti, volti soprattutto a limitare il rischio di tratta dei minori dai Paesi africani, non era infatti schierabile in gare ufficiali Figc. Il giovane attaccante, quindi, si limitava a sfruttare al massimo le possibilità offerte dai vari tornei amichevoli organizzati, magari nel periodo estivo o pre-stagionale, oltre agli allenamenti con la formazione della Rinascita Refugees in settimana.
Uno scenario cambiato con l’arrivo della maggiore età, con l’Atalanta che nel mentre lo aveva da tempo portato a Zingonia, per sperare un giorno di completare le pratiche necessarie al tesseramento. Una mossa che, comunque progredirà il suo futuro percorso, ha già ampiamente pagato diversi dividendi.