
Sabato saranno avversari del loro vecchio direttore sportivo, molto importante nella scelta di puntare su di loro in prima squadra
Prodotti del vivaio del Verona, passati prima per la via del prestito e poi riportati a casa quando era il momento più opportuno, magari in mezzo anche a qualche lecito scetticismo che spesso può aleggiare attorno a un ragazzo con ancora tutto da dimostrare. Casale e Zaccagni, che condividono anche il nome Mattia, sono infatti state alcune delle fonti da plusvalenza sfruttate dal presidente Setti negli anni per fare cassa. Prima di esplodere e diventare nomi appetibili in chiave mercato, però, è stato necessario scegliere di puntare su di loro tramite una precisa scelta societaria da parte della direzione sportiva.
Gran parte dei successi sportivi più recenti del Verona, inutile nascondersi, portano in calce la firma di Tony D’Amico, attuale direttore sportivo dell’Atalanta. Prima responsabile scouting e poi passato al ruolo principale di operativo nei quadri societari nell’estate del 2018, ha contribuito a tantissime scelte vincenti: dal rilancio di calciatori poi venduti a un prezzo importante (si pensi solo a Barak e Simeone nell’ultima estate), al valore creato in casa tramite il settore giovanile. Di esempi non ne mancano, peraltro particolarmente apprezzati nella Capitale: oltre ai due sopracitati non va dimenticato Kumbulla alla Roma, che peraltro nell’ambito del suo passaggio a Trigoria fece compiere il percorso inverso a Matteo Cancellieri, poi andato a rinforzare la batteria degli esterni di Sarri nel giugno scorso dopo aver mostrato diversi lampi del suo repertorio sia in campionato che con la Nazionale Under 21.
Sabato sarà avversario al pari di Casale e Zaccagni, ma vedendoli in campo, almeno prima del fischio d’inizio, al giovane ds nerazzurro scapperà un sorriso: se la loro carriera ha avuto un salto verso l’alto è stato anche merito del suo coraggio, alla lunga mostratosi lungimirante per tutti.
