Ad incidere sulla beffarda sconfitta, più che il cambio modulo obbligato (da 3-4-2-1 a 4-2-3-1), sono stati gli infortuni e la panchina corta
Il Corriere della Sera Bergamo torna sulla sconfitta immeritata contro la Juve di domenica a pranzo provando ad analizzarne le cause. Nel primo tempo è mancato il cinismo, troppe le occasioni sprecate da Maehle e da Pasalic. Tra il 24’ e il 34’ i nerazzurri hanno sfiorato 10 volte la rete, 3 in una sola azione, soprattutto sulla fascia sinistra: Maehle e Koopmeiners hanno lasciato indietro Fagioli e Cuadrado, ma tutta questa intensità (che stanca) si è concretizzata in palle regalate alla Nord.
Nella ripresa l’Atalanta ha pagato i ritmi troppo bassi e il baricentro troppo arretrato, insieme al primo errore in uscita sfruttato da Iling. Non sono bastati il dominio territoriale, 65%, i passaggi precisi all’87%, l’indice di pericolosità più alto (67% vs 57%), i nerazzurri hanno perso più contrasti (63 a 57) e, come tra il 19 febbraio e l’11 marzo, hanno sprecato l’ultimo passaggio.