Oggi, 15 giugno, compie 38 anni Facundo Parra, meteora dell’Atalanta di Colantuono arrivata in mongolfiera

Una doppietta per aprire e chiudere il 3-1 al Cesena nel quarto turno casalingo di Coppa Italia il 28 novembre 2012 per confermare di essere un attaccante. A distanza di 11 anni, nondimeno, Facundo Parra, il festeggiato atalantino del 15 giugno,  continua a farsi ricordare soprattutto per il suo arrivo in molgolfiera alla Festa della Dea nell’allora parcheggione di Oriocenter insieme al presidente Antonio Percassi. Era il 17 luglio e il pallone era assicurato al suolo da tiranti d’acciaio, ma lo sguardo tra il meravigliato, il fiero per la presenza di 15 mila tifosi in festa e lo spaurito per il mezzo non convenzionale resterà nelle memorie del neo trentottenne attaccante argentino.

LA MONGOLFIERA DI PARRA. In una squadra che ballava il tango, da Maxi Moralez al carrarmato German Denis, passando per il Galgo Schelotto poi ceduto a gennaio all’Inter e la meteora della difesa Carlos Matheu, l’ex Independiente, giunto dal Chacarita Juniors in prestito con diritto di riscatto, si sarebbe dovuto trovare benone. Al netto che la formula di Stefano Colantuono era Maxi dietro Tanque. Davanti c’erano pure Guido Marilungo, Marko Livaja, Igor Budan e Giuseppe De Luca, la Zanzara, sorpassatore e assistman del tris destripede del Diablo Rojo che aveva aperto le marcature impattando di tacco sinistro sullo smarcante di Matteo Scozzarella lo svantaggio iniziale by Denis Tonucci.

PARRA, IL BOMBER MANCATO. L’inizio e la fine dell’avventura goleadoristica di Facundo, fianchi un po’ tondetti e sangue di quello giusto per far parte dei movimenti in entrata di Pierpaolo Marino. 3 match da titolare in campionato, 11 da subentrato lì più (al posto del connazionale pari ruolo) nell’ottavo perso con la Roma l’11 dicembre (Willy Stendardo auto-sconvocato per sostenere l’esame da avvocato a Salerno, remember?), esordendo il 26 agosto in casa con la Lazio da cambio di Jack Bonaventura. Nelle 16 allacciate di scarpe atalantine, per il puntero di Buenos Aires nato e cresciuto calcisticamente nel Funebrero (nel quartiere di Chacarita c’è il più grande cimitero d’Argentina), pure il rosso diretto per il colpo proibito a Ferdy Guarin lanciato in contropiede nel finale del 3-2 casalingo all’Inter dell’11 novembre, evidentemente mese congeniale ai suoi numeri nel bene e nel male.

PARRA IL GIRAMONDO. Facundo Manuel Carlos Parra è nato nella Capital Federal il 15 giugno 1985. Dopo una prima parentesi europea nel Larissa tra 2007 e 2009, il ritorno alla base e il prestito all’Independiente con cui vince la Copa Sudamericana nel 2010. Il 18 luglio 2012 ne viene ufficializzata l’acquisizione a titolo temporaneo con opzione. Dal kick off solo contro Milan, Palermo e Udinese, torna all’Independiente per poi cominciare il giretto: Asteras Tripolis (Grecia), Atlético de Rafaela, Santa Cruz (Brasile), Agropecuario, 3 de Febrero e Nacional (Paraguay), All Boys, Carlos Stein (Perù), Guaireña (Paraguay), di nuovo la sua alma mater e la Juventud Universitaria di Gualeguaychú, provincia di Entre Ríos, Torneo Federal A (una sorta di C1): una carriera ancora in corso da 98 palloni in buca in 417 partite, più il tris in una decina con la Selecciòn Under 23. Mini storia di uno piovuto dal cielo di Orio al Serio al confine con Azzano San Paolo. Auguri.