Quinti in serie A dopo le prime tre giornate, i nerazzurri rivelano comunque statistiche da zona Champions
Dura essere un posticino sotto la zona Champions alla sosta per le Nazionali, quando si hanno statistiche per lo più da podio del massimo campionato. L’Atalanta ha riguadagnato seppur a fatica, vedi inciampo a metà del guado del programma, una certa verve offensiva pur dovendo sopportare l’uscita di Duvan Zapata alle soglie dell’ultimo turno prima del rompete le righe collettivo.
L’ATALANTA CHE SEGNA. Settima nel possesso palla con 31’40” a partita contro i 34’32” del Napoli e i poco più di 19′ del Genoa fanalino di coda della speciale graduatoria, ottava nelle parate con 8 (primo il Frosinone con 16, ultimo il Napoli con 1), la squadra bergamasca è terza nei gol segnati. A quota 6, anche Fiorentina, Juventus, Lecce e Napoli che nella classifica generale è quinta a pari merito insieme al Verona. L’Inter, dalla porta fin qui intonsa, primeggia a quota 8, in fondo Cagliari e Udinese con 1.
L’ATALANTA CHE TIRA. Delle sei meraviglie nel sacco nemico, figle di 41 occasioni e 6 assist vincenti per una capacità realizzativa dell’11 per cento (20 tiri in porta, 21 fuori, 11 respinti), decisamente da migliorare, va notata la distribuzione cronometrica (tre quarti d’ora per tempo di gioco) piuttosto diversificata. Le due col Sassuolo sono state realizzate nell’ultimo spicchio di gara (De Ketelaere 83′, Zortea 93′), quello della bandiera a Frosinone del Toro di Cali (56′) sul piede di partenza nel primo quarto d’ora della ripresa e, infine, contro il Monza nell’esordio casalingo al Gewiss Stadium due volte nell’ultima mini frazione a tiro d’intervallo (Ederson 35′, Scamacca 42′) e una all’inizio della seconda della ripresa (sempre il romano, 62′ ovvero 17′ del secondo tempo).
L’ATALANTA DA PODIO. C’è il terzo posto anche nei calci d’angolo, 21, da cui è scaturito il vantaggio del brasiliano coi brianzoli, dietro i campani (25) e la Roma (24). La prolificità comunque da incrementare della rosa di Gian Piero Gasperini è dovuta, come ricordato al paragrafo precedente, soprattutto all’altissimo numero di conclusioni, ben 52, buone per piazzarsi dietro Napoli (66) e la Beneamata (60). Va però sottolineato che, se i bergamaschi sono sotto la quarta posizione insieme ai Ciucci e al Lecce che pure ha scoccato 49 tiri, i soli 35 sono finora bastati al Milan per occupare una vetta tutta meneghina. In coda, il solito Grifone a 16.
LE ALTRE STATISTICHE. A forza di leggere certe cifre vengono i capogiri, ma nondimeno sono utili a decifrare il cammino in corso. A proposito di assist, nerazzurri (6) alle spalle soltanto dell’Inter (7) in una classifica chiusa dalla mera unità del trio Cagliari-Genoa-Udinese. Quindi, l’ennesima performance da terzi, i 114,73 chilometri percorsi in media (stessa posizione nella cora, 65,967 km) ad allacciata di scarpe: la Lazio guarda tutti dall’alto (118,208), il Monza a sorpresa precede la Dea a 115,750. Quanto alle reti subìte, entrambe al “Benito Stirpe” nell’inopinato scivolone della seconda giornata nella tana della neopromossa, sono state una per ciascuno dei primi due quarti di tempo. Infine, più nel dettaglio: 27 falli subiti a fronte dei 34 commessi, ma alla fine i gialli sono stati comminati soltanto ad Ademola Lookman e Marten de Roon a Frosinone; 29 cross utili sui 61 totali; 26 palle perse e ben 194 recuperate. Mal di testa, eh? Speriamo non venga ai ragazzi del Gasp…
